POLITICA
Fiorenza (DC): “Il Bilancio dimostra che manca un’idea di città”

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Dopo l’approvazione del bilancio del Comune di Benevento, Nazzareno Fiorenza, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, è intervenuto con una nota stampa. “L’approvazione del bilancio è avvenuto senza il ripiano dei debiti. E’ questo un vulnus che l’amministrazione difficilmente riuscirà a superare con artifizi contabili visto che la missiva del dirigente al settore finanze inviata al Sindaco ed alla giunta rimane agli atti senza esito così come i richiami formulati nella relazione dei revisori dei conti anch’essi ignorati. Ma la situazione debitoria non finisce qua. Ad oggi non v’è alcun accertamento che ponga un punto definitivo sulla determinazione esatta della massa debitoria. Il problema non è solo di mera natura contabile ma anche e soprattutto di natura politica.
Non v’è chi non si renda conto che il bilancio non esprime alcun percorso amministrativo\politico che la maggioranza di Pepe voglia percorre. Anzi paradossalmente il bilancio così come approvato dimostra l’incapacità di amministrare visto che il dibattito politico almeno da due – tre anni poneva al centro della discussione la determinazione del debito del comune. Manca ancora una volta l’idea di città da perseguire. Il problema politico è anche un altro ed è rappresentato ancora una volta dalla bocciatura del bilancio pervenuto da due componenti importanti dell’amministrazione Pepe. Non può farsi finta di niente; l’esser stato assessore di punta nella scorsa consiliatura di Pepe e l’aver stretto l’alleanza per la seconda volta con il partito dell’API che ha permesso di vincere al primo turno non è cosa di poco contro e. soprattutto, non può essere ignorato.
Certo non sfugge neppure che questa è l’opportunità che qualcuno della maggioranza, estraneo al consiglio, cercava per sbattere fuori dal centro sinistra le due componenti e riversare e proseguire l’azione coinvolgendo l’amministrazione provinciale. Il film è antico ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tirare a campare in attesa delle elezioni politiche potrà giovare al singolo aspirante ma non alla città e a coloro che hanno in mano la gestione di questa patata bollente. La città langue, soffre, ha bisogno di lavoro e neppure battaglie identitarie dal gusto demagogico e populistico appassionano la cittadinanza. Anzi falliscono in un litigio che non si capisce per cosa. La città è in crisi e la politica latita avendo perso quella spinta propulsiva ed indicativa di una prospettiva ed è per questo che è necessaria ricominciare daccapo con nuovi volti, nuove idee ed animati da uno spirito di servizio.”