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POLITICA

Pepe: “Avete chiuso il dissesto, ma c’erano ancora debiti”

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Circa 24 milioni e mezzo. A tanto ammontano i debiti censiti al maggio del 2012 del Comune di Benevento. A darne comunicazione ufficiale il primo cittadino Fausto Pepe, in una conferenza stampa convocata per fare chiarezza sulla massa debitoria dell’ente e sullo slittamento al 20 luglio del consiglio comunale sul bilancio.

Con una cronistoria il sindaco ha ripercorso le tappe dei debiti e del dissesto del Comune, chiuso nel 2005. La fonte del dissesto sarebbe da ricercare negli anni 80 e nella questione degli espropri. All’inizio del 1994 parte il bilancio riequilibrato a seguito dell’apertura della procedura di dissesto e della nascita della commissione di liquidazione. Nel 2005, con una delibera, il Comune chiude il dissesto. Ma i conti non erano del tutto a posto. “Abbiamo trovato debiti non censiti dai passati amministratori e dalla commissione”, ha dichiarato il sindaco,

Nel marzo 2009 Fausto Pepe chiede ai settori una ricognizione sui debiti fuori bilancio, perchè c’erano anomalie che risultavano da anni precedenti. “Stiamo cercando di capire perchè questo debito è scappato alla commissione di liquidazione e perchè hanno chiuso il dissesto sapendo che c’era questa situazione”. Un atto ricognitivo nel marzo 2012, aprendo 10.000 contenziosi del settore legale, accerta la presenza di debiti, che erano stato allocati male nelle procedure di dissesto.

Ma il sindaco è moderatamente ottimista: ad oggi il comune è in grado di pagare i debiti. Scongiurato così un dissesto bis. I quasi 25milioni sarebbero un debito non liquido, certo ed esigibile, ma un debito in itinere. Il rischio si porrebbe però se tutti i creditori, ad oggi, volessero essere pagati nello stesso momento. “Abbiamo accertato che non c’è la necessità di apertura del dissesto”, rassicura Pepe, “ma non possiamo non considerare attentamente l’handicap che ci portiamo dal fatto che non sono stati allocati bene i debiti nelle procedure di dissesto. Ad oggi su questi debiti, non rientrati nelle procedure di dissesto, ci paghiamo anche gli interessi”. E Pepe si dichiara anche concorde con chi propone la nascita di una commissione di inchiesta per fare chiarezza. “Quello che stiamo facendo è mettere da parte somme per questi debiti. Abbiamo confermato nel bilancio preventivo circa 3 milioni per i debiti fuori bilancio, 3 milioni circa per il fondo di svalutazione dei crediti e acceso un mutuo di 15milioni per pagare ulteriori debiti che si dovessero formalizzare nei mesi a venire.”

“Il comune – quindi- ha capacità di pagare il debito, anche quello anti dissesto, il problema è se tutti volessero essere pagati nello stesso momento. Questo è il rischio”: La conferenza del Sindaco segue di pochi giorni quella dei consiglieri Tèl, che Fausto Pepe definisce una “strumentalizzazione di natura politica incosciente o peggio inconsapevole, che proviene proprio da due persone, Orlando e Pasquariello, che hanno votato la delibera nel 2005 di chiusura di dissesto. Io non ho creato né gestito il dissesto, mi sono solo trovato i debiti”.

“Forse, ipotizza il sindaco, vogliono che non riusciamo a pagare i debiti e che la cassa depositi e prestiti, che attende la delibera del consiglio, non ci conceda il mutuo”. Assurdo per Pepe pensare che il debito sia nato dalle consulenze del Comune.

E sulla vicenda dello slittamento al 20 luglio del consiglio sul bilancio commenta: “L’8 giugno abbiamo iniziato a discutere e dibattere la questione. L’opposizione ha iniziato poi a chiedere oggi un documento, domani un altro, prima su supporto digitale, poi cartaceo. Il 29 giugno alla conferenza dei capigruppo avevamo il parere dei revisori, avevo preso contatti con la cassa deposito e prestiti, che attendono la delibera per l’accensione del mutuo. Tutto questo è rimandato al 20 luglio, purtroppo.” E il sindaco continua: “Il giorno dopo riconvochiamo la commissione dei capigruppo, ma non si presentano e poi non si fanno trovare dai messi comunali. Mentre la cassa deposito e prestiti, creditori e la città aspettano”.

Ai consiglieri Pasquariello e Orlando non è stato infatti stato possibile notificare l’avviso di convocazione del consiglio, dapprima fissato per il 6 luglio. “Se c’erano questioni politiche o di ferie, si dice in consiglio comunale– continua Pepe – Per 10 volte i messi comunali hanno cercato di rintracciare i due consiglieri. Un’anomalia che in epoca digitale si debba ancora ricorrere a questi modi.” Per questo è al vaglio anche della commissione affari istituzionali la modifica del regolamento comunale.

“Forse – chiosa Pepe- volevano prendere tempo per creare la ‘tempesta perfetta’, per cui tutti i creditori arrivino a proporre giudizi di ottemperanza contestualmente”.

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