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CRONACA

Le vittime dei “cravattari” di solito 50enni, con scarsa scolarità e un reddito al di sotto dei 900 euro

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Vi ricorrono di solito cinquantenni, con scarsa scolarità, e un reddito mensile basso, in media
sotto i 900 euro; in più del 20% dei casi la spirale si è innescata per le difficoltà dovute all’avvio o alla crisi di attività commerciali o artigianali, nel 17% da spese mediche inattese, nel 15% dall’impossibilità di pagare il mutuo, nel 3% per azzardo patologico.

Questa la fotografia di chi si ritrova stretto dal cappio dell’usura, scattata in base alle dichiarazioni di chi si è rivolto al sistema di protezione delle fondazioni antiusura, circa 9000 persone. E la Consulta Antiusura ritiene, in basi ai dati della Banca d’Italia sull’indebitamento degli italiani nel 2010, che la platea si andrà ad allargare: il rischio potenzialmente riguarda 1,2 milioni di famiglie fuori dai circuiti del credito legale.

“L’indebitamento e il deficit economico delle famiglie – spiega monsignor Alberto D’Urso, segretario della Consulta – appaiono in questi ultimi tempi ancora più gravi rispetto al 2010 e le previsioni per il futuro non sono incoraggianti: oggi soltanto il 38,7% delle famiglie italiane riesce a risparmiare, il 46,2% ha iniziato a intaccare i propri risparmi e la percentuale di chi giudica sufficiente il proprio reddito per il mantenimento del tenore di vita è al minimo storico (45,7%)”.

Tra il 2000 e il 2010 il numero delle famiglie nella “trappola” del sovraindebitamento (ossia il disavanzo sopra il 30% tra il patrimonio e l’impegno) è quadruplicato: sono passate da circa 200.000 a 1.100.000 e “l’indebitamento patologico può derivare dalla richiesta di un prestito di
sussistenza”. Inoltre “e” lecito supporre – secondo Maurizio Fiasco, sociologo che ha stilato una ricerca per la Consulta – che un segmento di famiglie, che non ha o ha perduto l’accesso al credito ufficiale, possa ricorrere al credito illecito”. Nel 2010 un quarto delle richieste di mutuo o prestito a banche da parte delle famiglie è stata rifiutata (il 23,9%, percentuale che sale al 38% al Sud), appena 4 anni prima, nel 2006, i rifiuti erano stati del 10,8%. E, aggiunge, “il rifiuto del prestito unito alla rassegnazione e alla rinuncia a chiedere il prestito ad un altro istituto che determina il rischio usura, che riguarda 1,2 milioni di famiglie”. In questa poco rassicurante classifica la Campania con 112 mila famiglie è al terzo posto.

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