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Salute

All’ospedale “Rummo” effettuato un prelievo di organi e tessuti

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Si è concluso stamane, intorno alle ore 11, all’Azienda Ospedaliera “Rummo” un prelievo di organi e tessuti da D.D.M., donatore di 53 anni, residente in Irpinia che, a causa di una grave ischemia era stato trasferito, in condizioni molto critiche, presso la Neurorianimazione del “Rummo” dall’ospedale di Ariano Irpino.
Il prelievo dei tessuti (cornee) è stato effettuato dai chirurghi oculisti dell’Azienda beneventana; a quello degli organi (fegato e reni) hanno provveduto le equipe provenienti dai Centri trapianti del “Cardarelli” di Napoli e del “Brotzu” di Cagliari, in collaborazione con gli operatori sanitari del “Rummo”.

Il delicato e complesso percorso diagnostico ed organizzativo è stato coordinato dal dott. Giuseppe Rivellini, responsabile dell’accertamento della morte celebrare e per i prelievi d’organo del “Rummo”; coinvolti circa 50 operatori dell’Azienda tra medici specialisti, infermieri, tecnici, autisti e forze dell’ordine.
Il prelievo è stato reso possibile dalla preventiva valutazione della idoneità degli organi eseguita da diversi specialisti (rianimatori, anatomopatologi, cardiologi, oculisti, radiologi, laboratoristi, medici di direzione sanitaria) rappresentando così un bell’esempio di intesa professionale e collaborazione multidisciplinare.

La opposizione al prelievo da parte dei familiari e la scarsa diffusione delle autorichiarazioni di volontà dalla donazione rappresentano una fase critica del processo di donazione. Nel solo mese di maggio, ad esempio, al “Rummo” sono state due (quattro nel 2012) le opposizione da parte dei familiari per potenziali donatori mentre nella sola regione Campania sono ben 689 i pazienti in attesa di trapianto.
Pertanto, anche al fine di sensibilizzare sempre più la popolazione sannita, il Direttore Generale del “Rummo”, Nicola Boccalone ha dichiarato il suo sostegno ad ogni iniziativa istituzionale utile al miglioramento della “cultura della donazione di organi” ed ha ricordato come la disponibilità e la sensibilità mostrata dai familiari di D.D.M. rappresenti “un esempio utile per accrescere la consapevolezza della scelta del donare quale gesto di responsabilità sociale”.

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