CRONACA
Il sistema fiscale e l’iceberg-Sannio
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Il quadro tratteggiato dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Benevento nel consuntivo dell’attività istituzionale condotta per l’anno 2011 ci restituisce un Sannio a dimensione ‘umana’, terribilmente normale. Una provincia che non si fa mancare nulla: evasori totali, scontrini non emessi, danni erariali, contraffazione, lavoro nero e così via. In un rosario sgranato di reati di varia gradazione il cui contrasto avrebbe condotto, secondo i dati della GdF, all’individuazione di illeciti nell’ordine di oltre un centinaio di milioni di euro. Che non corrispondono ovviamente ad un recupero in senso stretto, dovendo le somme passare il vaglio di altre analisi, ma che a grandi linee sono indicative dell’attitudine ad un controverso rapporto col fisco da parte di una platea di contribuenti che, anche a Benevento e nel Sannio, non è di certo composta da lavoratori dipendenti e pensionati.
La relazione della Guardia di Finanza cerca, in primis, di instillare un concetto etico, il rispetto di un dettato costituzionale – le tasse da pagare –, ed attorno ad esso coagulare la parte buona della società, quella più concretamente danneggiata dagli atteggiamenti elusivi o di evasione tout court. E poi, appunto, disegna l’iceberg-Sannio, una società diffusa in cui il rispetto delle regole costituisce la superficie emersa. Lasciando nascosta sotto la linea di galleggiamento la realtà amara del ‘sommerso’.
Aggirarsi per un territorio, neppure tanto vasto, come il Sannio, nel quale il reddito medio supera di poco i 10.000 euro annui – che, è lecito supporre, siano proventi legati alla costanza e stabilità delle entrate (il “fisso”, insomma) – e poi orecchiare distrattamente il tenore, di vita, che investe il quotidiano alimenta un visibile contrasto fra le ‘due’ società sannite ed acuisce il disagio dell’onestà. Un bel vivere, in questa isola felice…