Sindacati
‘Tutela dei diritti dei lavoratori prima di tutto’: il caso della Clean Stile di Apice

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La Cisl e la Femca-Cisl di Benevento sono “attestate da tempo – si legge in una nota diffusa alla stampa – sull’irrinunciabile principio della tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sanniti nei settori industriali del tessile, abbigliamento e calzaturiero. La crisi, vale ricordarlo, ha colpito per primi questi comparti dell’industria manifatturiera italiana per effetto dell’enorme processo di delocalizzazione produttiva. Conosciamo bene gli effetti devastanti che – anche nel Sannio – hanno provocato gli ulteriori fattori di destrutturazione industriale”.
“Tuttavia – prosegue il sindacato – vi possono essere diversi modi d’uscita dalla congiuntura negativa. Tra questi la Cisl ha scelto anche la strada di una flessibilità contrattata e controllata che non sconfini mai in una deregulation selvaggia o in una svendita delle primarie tutele contrattuali: ma non è scontato che tutti la pensino allo stesso modo!
Nel caso della Clean Stile di Apice, comparto lavanderie industriali, sono stati messi in discussione elementi salariali dei lavoratori attraverso una proposta di accordo sindacale con la Femca, che non abbiamo giudicato accettabile.
Con il fitto di ramo d’azienda la Clean Stile ha creato – di fatto – una “bad company” ed una “best company” sia per eludere l’applicabilità dell’art. 18 che per introdurre divisioni tra lavoratrici e lavoratori che rivendicano i propri diritti e quelli che – costretti dal bisogno – sono disposti a subire le ingiustizie. Guarda caso tutti i dipendenti iscritti alla Femca-Cisl (che non ha firmato le intese sindacali) sono restati nella vecchia azienda. E tre di essi, prima di Natale, sono stati già licenziati. Ed altri lavoratori, tra i dipendenti del ramo affittato, potrebbero subire la medesima sorte.
Sappiamo distinguere la flessibilità dall’arbitrio; per questo abbiamo impugnato i licenziamenti e abbiamo chiesto agli organi ispettivi del lavoro di intervenire efficacemente e subito”, continua la nota.
“Se le aziende sannite del settore cercano o hanno cercato una sponda sindacale per comprimere le competenze salariale dei lavoratori sappiano che non la troveranno nella Femca e nella Cisl! E nel caso della Clean Stile sarebbe ancor più grave stante il fatto che l’azienda, essendo associata ad Organizzazione datoriale firmataria di Contratti Nazionali di categoria, dovrebbe ancor più rispettare tutte le norme contrattuali e di Legge. Le lavoratrici e i lavoratori hanno dato prova di un forte senso di responsabilità e di collaborazione facendosi carico, in parte, degli effetti di una crisi di cui pur non hanno alcuna colpa. Tuttavia ciò non può spingersi oltre.
Non resteremo inermi di fronte al “ricatto occupazionale” del “… o si fa così o si chiude”. Vigileremo, anche segnalando gli eventuali abusi agli organi tutori istituzionali del lavoro, a difesa degli interessi che rappresentiamo: a maggior ragione perché tale posizione non deriva da un arroccamento ideologico e massimalista ma – al contrario – da un comportamento responsabile di cui si vorrebbe approfittare.
Facciamo appello alle forze sane affinché segnalino alla Femca e alla Cisl tali possibili evenienze e – contemporaneamente – confidiamo nel buonsenso delle imprese e delle Associazioni affinché, attraverso un processo concertativo solidale ed equo, si possano risolvere i problemi e rilanciare la competitività delle aziende del territorio sannita, ma non a danno delle lavoratici e dei lavoratori”.