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Università

Fondi all’Università, parola al rettore Bencardino

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Una nota congiunta dei sindacati, qualche giorno fa, un articolo del Mattino con un intervento del senatore Viespoli: i fondi Inail per l’Unisannio e i 65 milioni di euro citati dal parlamentare hanno indotto ad una lunga replica il rettore bencardino, che spiega i motivi della rinuncia. Di seguito il testo integrale.

***
“La questione dello sviluppo infrastrutturale dell’Università è sempre stata al centro delle politiche di Ateneo ed in questi anni si sono valutate tutte le opportunità e possibilità che la legislazione e la collaborazione interistituzionale hanno offerto. I fondi Inail rientrano tra quelle opportunità vagliate dall’amministrazione, che non è possibile rubricare come un’occasione persa: la città non perde 65 milioni di euro (come anche l’Università).

La questione riguarda il progetto di costruzione di strutture universitarie sull’area denominata Rotonda delle Scienze e sull’area di Contrada Santa Clementina, che l’Università degli Studi del Sannio, ad un certo punto dell’evoluzione degli eventi e delle mutate condizioni finanziarie, non ha ritenuto di poter più perseguire. Il modello finanziario di cui stiamo parlando prevede tre soggetti.

Nel caso specifico: i privati (proprietari dei suoli e interessati a costruire), l’INAIL (l’ente previdenziale che investe da statuto per la compravendita di immobili da locare alla pubblica amministrazione) e l’Università degli Studi del Sannio (l’ente interessato a potenziare la disponibilità di spazi a servizio della propria utenza).

In questo scenario l’INAIL sarebbe diventata proprietaria di beni immobiliari progettati e costruiti da privati, sulla base delle necessità funzionali dell’Università. Quest’ultima così sarebbe stata vincolata all’utilizzo della struttura da un pluriennale contratto di locazione, proporzionale all’intero costo di realizzazione. L’ammontare economico del canone di locazione da parte dell’Università è stato oggetto di una attenta negoziazione, in quanto le condizioni regolamentari dell’INAIL sono mutate nel corso degli anni. È un dato che nel 2004 l’affitto, previsto per la durata minima di 18 anni, ha subito un incremento che calcolava il canone sul 4% dell’intero costo di realizzazione, con previsione di aggiornamento Istat.

Aggiungendo a ciò l’incertezza sull’ammontare del costo di realizzazione, non ci sono state più le condizioni per proseguire nell’investimento, a meno che non fossero state accolte le nostre richieste di riduzione del canone. In aggiunta, l’Ateneo, col passare degli anni, non ha beneficiato più di quella fase di forte espansione dei trasferimenti statali al sistema universitario, percependo un Fondo di Finanziamento Ordinario ogni anno sempre più ridotto. Né è stato possibile fare affidamento su contributi regionali, pure prospettati in un primo momento. A onor di cronaca, ripercorriamo adesso alcune fasi salienti dell’iter in questione.

Dal 2001, anno di stipula del protocollo d’intesa tra Inail, le sette Università campane e la Regione Campania, l’Università del Sannio ha seguito le ipotesi di sviluppo suffragate dai finanziamenti Inail. Nel 2005 i limiti posti dalla Legge finanziaria alla spesa degli Enti pubblici previdenziali bloccò il piano degli investimenti in cui rientravano le residenze universitarie di Santa Clementina e il complesso edilizio della Rotonda delle Scienze. Nonostante ciò, nel 2007, ripresero le valutazioni ed i contatti sia con l’Inail che con le società private proprietarie dei terreni e interessate alla costruzione degli immobili universitari. Quando nel 2011, è sopraggiunto, col “milleproroghe”, lo sblocco degli investimenti deliberati, l’INAIL ha chiesto all’Università un aggiornamento sulle proposte progettuali; ed è proprio in questo momento che l’Ateneo, a dieci anni di distanza dall’inizio dell’iter, non trovandosi più nella possibilità di sostenere i previsti canoni di locazione, nel frattempo divenuti più onerosi, in un potenziale di spesa drammaticamente ridotto nei trasferimenti ministeriali, ha formalmente comunicato la sua decisione negativa all’Istituto di previdenza. Inoltre, l’Ateneo ha abbattuto tutti i costi sostenuti per l’affitto di spazi non propri e si è concentrato su modalità più sostenibili in grado di garantire l’ampliamento delle proprie dotazioni infrastrutturali. Infatti, l’Università del Sannio aveva già effettuato investimenti nel centro storico, contribuendo alla sua riqualificazione (ex Convento Sant’Agostino, ex Palazzo Inps, Palazzo San Domenico).

Per ultimo  l’Università ha acquistato a costi molto favorevoli, e quindi ha assunto direttamente come proprio bene, la struttura ex Enel ed i terreni della Regione Campania in via delle Puglie. L’area, a ridosso del centro storico, fa parte di un progetto di riqualificazione finanziato a fondo perduto, ovvero senza oneri per l’Università, con il PON Ricerca e Competitività 2007/2013 (9,5 milioni di euro) e con i fondi FAS del Cipe (5 milioni di euro). Quando l’Università ha rinunciato ai due progetti nelle aree di Santa Clementina e Rotonda delle Scienze ha ritenuto di fare la scelta amministrativa più opportuna, calcolata sulla base delle attuali possibilità economiche. In conclusione, l’Università in collaborazione con gli Enti locali (come nel caso di San Vittorino ceduto in uso dal Comune a titolo gratuito) ha utilizzato fondi Cipe, Fas e fondi regionali per potenziare la propria dotazione infrastrutturale senza indebitamenti che, tra l’altro, non sarebbero stati sostenibili, considerati gli attuali limiti di bilancio”.

 

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