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CULTURA

Il passaggio d’anno nelle valutazioni del web sannita: l’articolo di Bmagazine

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(di Emi Martignetti) – Sarà stato Vin santo quello offerto al rinfresco a fine conferenza stampa? O forse un Lacrima Christi… di certo non un Sangue di Giuda!

Mentre il 2012 si avvicina, i calici si alzano in segno di augurio anche a Palazzo Mosti, dove il primo cittadino incontra i giornalisti per il classico appuntamento di fine anno. Proprio la stessa mattina, intanto, “il Venerdì di Repubblica” propone in edicola la copertina intitolata “I provinciali”, un reportage di 7 città italiane, tra le quali Benevento. Paola Zanuttini, inviata della testata nazionale, scrive un pezzo per nulla clemente. Da “straniera” alla scoperta della città, fa una presentazione della stessa in toni talvolta sarcastici, fino a parafrasare una celebre frase del film “Totò, Peppino e la Malafemmina”: “Nel cuore del Sannio la cultura c’è ma non si vede”.

Tra le tante sferzate inviate agli amministratori locali sottolinea: “Fanno scandalo le code inutili di turisti davanti a Santa Sofia, perché non è ancora ben chiaro chi debba tenerla aperta.” Insomma, racconta la città fino a rivelarne i lati più nascosti, quelli addirittura più oscuri ed inquietanti, quando sfata il mito di Benevento fuori dal giro del malaffare.

Forse è per questo che il sindaco decide di abbandonare la solita dialettica politica dell’autocelebrazione per assumere un tono più critico ed onesto rispetto a tante questioni che non quadrano: l’organizzazione del Natale cittadino affrettata e non partecipata, i tempi lunghissimi per rendere operativo il Piano Urbanistico Comunale, l’insufficiente trasparenza degli atti amministrativi, le scelte sbagliate come quella di Delvino, le criticità riguardo al riconoscimento dell’Unesco. Insomma, un mea culpa della Giunta su tante questioni che, promette il sindaco, diventeranno obiettivo di riscatto il prossimo anno.

Ma c’è ancora qualcosa di cui non si parla, un importante aspetto politico che nel 2012 non può non essere trattato: un incerto atteggiamento laico dell’amministrazione comunale attuale, che Bmagazine ha già evidenziato nell’articolo “Il religioso silenzio del Comune di Benevento”. A tal proposito pongo la seguente domanda a Fausto Pepe: “Presentando il programma di mandato alla presenza dell’Arcivescovo, ha dichiarato di volersi ‘concentrare su una visione cattolico cristiana’. Dopo l’ultimo consiglio comunale c’è stato il ‘ritiro spirituale’ presso la chiesa di San Bartolomeo. Non sono queste per caso prove tecniche di un nuovo tentativo di concordato cittadino, dopo quello del centrodestra fallito nel 1998/99?”

Mi risponde inizialmente ironico: “Ma si riferisce ai patti Lateranenzi? Ah, no, ho capito, al concordato di Viespoli”, poi si fa serio: “Io penso che in un momento di difficoltà come quello che abbiamo, vada esaltata la visione della città laica, ma va esaltata la visione della città secondo l’insegnamento del sindaco La Pira, in quella visione di grande meditazione e affermazione della possibilità o della potenzialità del singolo cittadino all’interno della città e di quella che lui definiva essere l’anima o le anime che vivono la città. Penso che questa impostazione possa essere riproposta anche nella nostra chiave, che non vuol dire dare una lettura clericale alla vicenda, vuol dire darne una lettura laica, ma assolutamente aperta alle varie sensibilità. Poi se ci sono i momenti di confronto, di ritiro spirituale, diventa una sensibilità propria qualora si avverta la necessità di dovervi partecipare. Però avere una visione, come la definisco io, lapiriana del territorio, della città e delle sue possibilità è una cosa che mi appassiona.”

Ascoltando queste parole mi viene in mente la dichiarazione del ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi, rilasciata al Corriere della Sera il 27 dicembre scorso: “I cattolici ritrovano il gusto della politica. I partiti si ripensino”.

Forse il sindaco Pepe vuole anticipare a livello locale i tempi di formazione della “forza moderna” auspicata dal ministro, orientando in direzione ostinatamente cattolica e centrista un partito, il suo PD, che gli assicura una maggioranza bulgara e in cui è scomparsa anche la più esigua opposizione “di sinistra”.

All’orizzonte intanto non si profila la nascita di un nuovo Ciccio Romano, l’avvocato consigliere che tuonava in ogni sede contro i vecchi tentativi di concordato che oggi sembrano essere tornati di moda.

Fonte | www.bmagazine.info

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