POLITICA
Anche il Sannio in mezzo al guado: proroga per i piccoli comuni e protesta del consiglio provinciale

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Cozzano visibilmente l’uno contro l’altro pareri e giudizi emessi, a seguito dell’approvazione del Decreto prenatalizio del governo Monti detto (un po’ impropriamente) “Milleproroghe”, dall’associazione dei Comuni e dall’organismo che riunisce invece le Province Anci ed Upi, infatti, salutano con atteggiamento diverso alcune delle norme giuridico-amministrative che ritardano (prorogando, appunto) o non sono state affatto inserite nel testo di legge il tema dello snellimento dei costi della politica attraverso una riforma dell’ordinamento.
E così dall’Anci si esprime soddisfazione per la proroga dell’articolo 16 della manovra bis targata Berlusconi (agosto 2011). E’ l’articolo che interessava i piccoli comuni (tanti anche nel Sannio): “Per assicurare un passaggio graduale e ‘morbido’ dall’attuale sistema di gestione a quella associata, evitando squilibri dannosi al sistema delle autonomie locali – si legge nella spiegazione del Governo alla decisione -, si propone di prorogare al 31 dicembre 2012 le disposizioni ed i termini contenuti nelle recenti manovre finanziarie”.
Chiaro, dunque, sul punto il Governo ed altrettanto chiaro Graziano Delrio, presidente dell’Associazione dei Comuni (Anci): "Con la approvazione della sospensione della entrata in vigore dell’articolo 16 della manovra bis – ha dettato in una nota – finalmente si riconoscono, e di questo ringraziamo il Governo, le ragioni dei Comuni che, dalla manifestazione dell’agosto scorso a Milano in poi, hanno costantemente ribadito con l’ANCI la assurdità della norma". “L’Associazione esprime un riconoscimento alla sensibilità dimostrata dal Governo nei confronti dei piccoli Comuni e saluta con favore anche la sospensione della entrata in funzione dei Consigli tributari, gli interventi in tema di personale degli Enti Locali e la fondamentale inversione di tendenza sul patto di stabilità che, come da impegni presi dal Governo dovtà essere rivisto per poter fare partecipare finalmente i Comuni a una nuova stagione di crescita economica e sociale del Paese".
La sintonia sul tema fra comuni e Governo, come si diceva non è rispecchiata nelle decisioni e negli atteggiamenti consequenziali che saranno propri di altri enti locali, le Province. Anzi, il clima è sempre più improntato al freddo andante… Il sito dell’Upi, nel rimandare l’eco dell’ultima assemblea straordinaria dei presidenti delle amministrazioni e dei presidente dei consigli provinciali – appunto prima delle festività che stiamo vivendo – parla senza mezzi termini di interruzione dei rapporti con il Governo. Nessun tavolo di “di lavoro con il Governo fino a quando non saranno chiare le decisioni che si intendono portare avanti rispetto alla riforma delle Province”. E nell’ordine del giorno approvato in chiusura di seduta dettati anche i termini di una mobilitazione straordinaria (prevista il 31 gennaio) dei 107 Consigli Provinciali, ovviamente Benevento compreso.
Il citato ordine del giorno approvato dall’Assemblea è fin troppo chiaro. Viene ribadita “la valutazione assolutamente negativa delle disposizioni del decreto legge ‘Salva Italia’ che riguardano le Province”, norme, ritenute anticostituzionali, perché “svuotano un livello di Governo previsto dalla Costituzione e democraticamente eletto” e disposizioni che “determinano l’avvio di una lunghissima fase di caos istituzionale a completo discapito dei servizi e delle funzioni rese alle comunità locali”, senza tacere che esse ”investono un livello di governo che occupa 56.000 dipendenti del cui destino sembra non interessare nessuno” oltre a determinare “ulteriori incertezze sulle potenzialità di investimento delle Province, già gravate dai tagli e dai limiti imposti dal Patto di Stabilità”.
Alla luce di queste considerazioni, dunque, l’Upi ha inteso ricordare che “i rappresentanti delle Province parteciperanno soltanto ai lavori della Commissione paritetica per il riordino delle Istituzioni il cui insediamento è previsto per il 12 gennaio. In questa prospettiva chiedono alla Conferenza delle Regioni e all’Anci un incontro per condividere da subito una proposta di riforma complessiva delle Istituzioni da portare come contributo delle autonomie territoriali nell’ambito della Commissione”, oltre a ribadire “la piena disponibilità a lavorare regione per regione ad una razionalizzazione delle circoscrizioni che porti ad un sostanziale accorpamento delle Province e alla conseguente riduzione dell’amministrazione periferica dello Stato, con la contestuale abolizione degli enti di secondo livello che esercitano funzioni che dovrebbero essere attribuite ai Comuni e alle Province”. Intanto, “le Province in ogni regione attraverso i CAL chiederanno alle Giunte regionali di attivare il ricorso alla Corte Costituzionale contro le disposizioni del Decreto Legge che le riguardano”, oltre a promuovere in sede nazionale e locale incontri con partiti, sindacati, imprese ed associazioni di categoria”. E su tutto c’è l’indizione per il 31 gennaio 2012 di “una giornata di mobilitazione straordinaria mediante la convocazione in contemporanea dei 107 Consigli aperti alla partecipazione dei dipendenti e della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali”.