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‘La gioia del Natale non è per tutti’, lettera di Daniela Basile

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Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di Daniela Basile sulle festività natalizie e il grande periodo di crisi e difficoltà che le avvolge.
"Il Natale dovrebbe rappresentare un periodo di allegria e condivisione, di luci e di spensieratezza. Queste festività natalizie invece, si spegono lentamente giorno dopo giorno e deviano verso l’amarezza e lo sconforto. La crisi
imperversa inesorabilmente, il Governo si è arreso alle imposizioni dettate dalle banche e dalle spietate agenzie di ratings. La salvaguardia delle lobbies di potere oramai, si antepone a quello della gente comune. Una politica
assente e indifferente che ha ceduto il passo agli interessi forti, che ha svenduto i diritti dei lavoratori , sottratto futuro ai giovani e vita e dignità ai pensionati e che col suo immobilismo latente è una delle complici più spietate dell’inesorabile impoverimento della società civile. Non riesco ad essere felice e nemmeno spensierata.
Il mio pensiero è rivolto a chi ogni giorno subisce ricatti morali sul lavoro, agli operai della Fiat che improvvisamente si sono visti deprivare degli ultimi barlumi di diritti lavorativi e a chi in questo momento il lavoro lo ha perso e resta sospeso nel limbo delle incertezze .ll mio pensiero è concentrato sui precari della scuola che da 3 anni non lavorano e che da tre anni vivono in attesa di una chiamata che non arriva mai. Il mio cuore colmo di amarezza protende verso i lavoratori dei Consorzi e alle loro famiglie che da 17 mesi non percepiscono alcuna forma di reddito e che da oltre un anno ricevono promesse prive di fondamento Il mio animo è incentrato sui lavoratori del polo tessile di Airola il cui destino è appeso ad un filo , sui 6000 cassaintregrati della nostra Provincia e sui
giovani che non riescono a proiettare nemmeno l’immagine di un ipotetico avvenire.
Come possiamo gioire questo Natale se intorno a noi c’è tanta tanta sofferenza,se chi dovrebbe tutelarci, chi dovrebbe rappresentarci indifferentemente tace e si gira dall’altra parte. Come possiamo festeggiare e per cosa dovremmo sorridere se quotidianamente viene sottratta libertà, se i lavoratori perdono diritti, se ci impongono tasse, se presto la pensione sarà un miraggio e se il lavoro sarà un’oasi per soli anziani e un veto per i giovani.
Per cosa dovremmo folleggiare se reintroducono l’ICI, se aumentano i carburanti, se incrementano l’Iva e di conseguenza i prezzi e se nessuno osa liberalizzare i farmaci o le professioni e salvaguardare i privilegi dei
potentati. Per cosa dovremmo essere grati se se a cuore delle Istituzioni permangono solo gli interessi di quell’1% di popolazione che possiede il 50% delle ricchezze globali e se nessuno osa lottare per far sì che i beni vengano
distribuiti equamente e che tutti siano davvero uguali dinnanzi alla legge della vita. Di fronte all’egoismo smodato dei poteri forti che con cinismo sono affetti da sordità di comodo dinnanzi agli scioperi e alle manifestazioni popolari , l’unica luce che potrebbe davvero illuminare questo Natale è quella della solidarietà e dela rivalsa sociale che possano dare nuova dignità alle persone che possano regalar loro un nuovo sistema fondato sul soddisfacimento
dei bisogni degli individui e non sul profitto selvaggio di pochi."