Scuola
‘La scuola e le settimane alternative’: un dibattito prenatalizio. Lettera aperta di Sguera a Desiderio

Ascolta la lettura dell'articolo
"Caro Giancristiano, ieri [sul «Corriere del Mezzogiorno»], leggendo la tua inappellabile condanna delle “settimane alternative” che molte scuole, anche beneventane, stanno vivendo nel periodo prenatalizio, ho avuto l’impressione che tu non conosca fino in fondo, cioè dall’interno, come dire, la fisiologia dell’organismo “scuola”, scrive nella forma di una lettera aperta il docente sannita Nicola Sguera al columnist Desiderio.
"Consideri questi giorni, in cui i ragazzi vivono l’esperienza di per sé già importante delle classi aperte, come pura espressione “fancazzista”, mera perdita di tempo. Io, invece, da sempre ho perorato la causa di queste “pause” per motivi che cercherò di spiegarti rapidamente. Prima di tutto, collocate alla fine, ad esempio, del trimestre (già alle spalle) e a ridosso delle vacanze natalizie, non incidono praticamente in nulla sull’anno scolastico, insistendo su un periodo che qualunque docente sa essere “morto”, con le interrogazioni e le verifiche finite e i ragazzi in attesa fibrillante della pausa natalizia. Ma certo questo non basterebbe a giustificarne il senso, sarebbe un valore, come dire, meramente negativo. Invece io ne difendo il potenziale (è evidente: non sempre accade…) valore formativo. Infatti, in questi giorni i giovani possono non conoscere ma almeno “assaggiare” tematiche e discipline che nel curricolo ordinario non trovano posto. Giusto per fare qualche esempio, tratto dalle giornate del Liceo Scientifico Rummo in cui sono direttamente impegnato: dalla decrescita conviviale alle cause della crisi economica in corso, dal valore poetico dell’opera di De Andrè alla storia del calcio. E lo fanno senza l’assillo della performance, della valutazione, ripristinando quella libertà dell’apprendimento che dovrebbe essere fondante nella scuola e che spesso si smarrisce nei meandri della burocrazia e della routine. Tutto questo accade spesso con l’ausilio di competenze esterne alla scuola, che permettono il confronto dei ragazzi con altri linguaggi. I più coraggiosi hanno occasione di manifestare le proprie passioni e, sfidando se stessi, farsi loro stessi docenti per un giorno. Ti assicuro che si fanno grandi scoperte sui talenti nascosti di molti ragazzi, che ci dovrebbero far interrogare sui limiti di una scuola che spesso non solo non fa fiorire ma anzi opprime questi talenti, queste vocazioni che chiedono aria. Voglio, infine, focalizzare un caso particolare, che mi sembra emblematico dell’importanza di questi momenti. Nel Liceo Scientifico ci saranno degli incontri dedicati alle tematiche LGBT. Puoi ben capire come la cosa, in una città bigotta e provinciale come Benevento, abbia i tratti della piccola rivoluzione di costume. E, dunque, ben vengano questi momenti di libertà e creatività nella scuola, a patto che siano organizzati e gestiti con rigore, e che, nella maggioranza del corpo docente, fattosi parte attiva, si faccia strada l’idea che la scuola proprio in questi momenti recupera una delle sue funzioni primarie, quella di formazione integrale della personalità, libera da valutazione."