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POLITICA

Palumbo: l’arresto di Zagaria, una vittoria della magistratura campania

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"L’arresto di Michele Zagaria, capo indiscusso dei Casalesi, – scrive in una nota Italo Palumbo, Responsabile Giustizia SEL Campania – rappresenta una vittoria della magistratura Campana, sulle dinamiche affaristiche criminali, che ha condizionato l’economia della Regione e di tante altre Regioni del centro Nord. Un arresto che coincide con la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino, capo indiscusso del PDL Campano, deputato in carica e già, sottosegretario del governo Berlusconi, il quale è già sottoposto a processo penale per associazione esterna in attività mafiosa. Cosentino è accusato di essere il referente nazionale del clan dei casalesi. Un intreccio tra politica, affari e criminalità che vede coinvolto, a diverso titolo, anche il Presidente della Provincia di Napoli.

La magistratura farà il suo corso. Noi chiediamo alla politica, una volta tanto, di non interferire, di essere rispettosa delle prerogative d’indagine dei magistrati. Bisogna porre finalmente fine alla stagione del berlusconismo giudiziario che si è caratterizzato per gli attacchi continui all’ordinamento giudiziario, alla magistratura inquirente, alle norme del codice di procedura penale sulle intercettazioni, all’efficienza investigativa delle forze dell’ordine, con la riduzione sistematica delle risorse economiche e degli strumenti d’indagine. Il berlusconismo si è caratterizzato soprattutto nell’aver difeso tutti gli inquisiti della propria parte politica, a diverso titolo coinvolti (reati associativi di carattere mafioso – reati comuni contro la pubblica amministrazione), di aver promesso loro un ombrello d’impunità attraverso il tentativo, più volte manifestato, di realizzare una nuova legislazione in materia penale, che rendesse vani e inutilizzabili gli strumenti d’indagine. Più volte si è tentato da parte di Berlusconi di annullare l’obbligatorietà dell’azione penale, ponendo, tra l’altro, l’attività del P.M. alle dipendenze della politica. In questi anni di Berlusconismo abbiamo discusso di processi brevi o processi lunghi ma mai di una riforma dell’ordinamento giudiziario che potesse rispondere più adeguatamente ai diritti dei cittadini, di avere una giustizia rapida ed efficiente. Cosentino ha goduto, un anno fa circa, di un voto blindato del parlamento che gli ha evitato l’arresto. Il PDL nazionale e della Campania non sono in grado di prendere le distanze politiche su fatti che certamente sono tanto gravi, così come emerge nella motivazione della richiesta di misura cautelare. Se noi fossimo in parlamento, daremmo alla magistratura inquirente quel sostegno necessario perché si possa far luce, in tempi rapidi, su fatti che sono gravi e che gettano ombre inquietanti sul coinvolgimento della politica, nell’attività criminale nella Regione Campania e in Italia. Non si tratta solo di accaparramento di denaro pubblico, di controllo del mercato della droga, della gestione dei clandestini o del condizionamento nelle gare di appalto.

A queste vergogne, si accompagna l’inquinamento costante dei luoghi della decisione, delle assemblee elettive, della formazione del consenso, della libera partecipazione alle consultazioni elettorali, del condizionamento costante nell’azione quotidiana di alcuni personaggi di primo piano di alcune forze politiche. In Campania e in Italia sono ormai innumerevoli le rappresentanze elettive sciolte per infiltrazioni malavitose. Sembra emergere dalle indagini a carico di Cosentino, attività d’interferenza in consultazioni elettorali, condizionate e favorite da associazioni camorristiche, in violazione ai principi contenuti nell’art. 49 della costituzione che definisce il voto personale, libero e segreto. La politica deve difendere i luoghi democratici e di partecipazione; deve avere la forza di espellere quanti esercitano il proprio mandato non in rappresentanza degli elettori, ma di associazioni malavitose. La battaglia contro i poteri criminali, non può essere una battaglia solo di tipo giudiziario, sicuramente necessaria e fondamentale. Essa deve essere una battaglia di popolo; una presa di coscienza di tutti; una partecipazione attiva delle forze politiche, del sindacato, dei movimenti, delle istituzioni, dell’associazionismo. Per fare questo, ognuno deve svolgere compiutamente il proprio ruolo.

La Regione Campania e il suo presidente Caldoro, prendano pubblicamente le distanze da Cosentino, senza avere tentennamenti e ambiguità; dissocino concretamente, il proprio operato e le proprie scelte dal segretario regionale del PDL e interrompano ogni relazione politica, pubblicamente e in modo trasparente. Per quanto riguarda il Presidente dell’amministrazione provinciale di Napoli, Luigi Cesaro, è evidente la sua incompatibilità con il ruolo istituzionale che ricopre. E’ necessario che egli si dimetta e in caso contrario, che si valutino, da parte degli organi dello Stato, preposti a emettere provvedimenti d’interdizione, gli elementi d’incompatibilità politica e ambientale, che emergono dalle indagini".

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