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‘I disservizi dell’Eavbus, servizio di trasporti indegno di un paese civile’

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“Quello che sta accadendo nelle ultime ore nei servizi di EAVBUS in provincia di Benevento – scrive in una nota la Filt Cgil – è tragico e nello stesso tempo paradossale e incredibile. I tagli al settore disposti dalla Regione Campania in modo lineare ha determinato riduzioni di servizio e insufficienza di risorse; in più i corrispettivi alle aziende per i servizi vengono erogati con discontinuità e colpevole ritardo.
Tutto questo ha provocato, soprattutto tra le aziende più strutturate, effetti più devastanti a cui ancora oggi non si riesce ad porre rimedio.
La Regione Campania, sorda a tutte i suggerimenti e alle sacrosante lamentele dei lavoratori e dell’utenza, ha proseguito imperterrita nella realizzazione di questo autentico sfascio del TPL dell’intero territorio regionale.
Ma quello che fa ancor più rabbia è il totale abbandono delle aziende a partecipazione regionale abbandonate a se stesse, senza risorse e sottratte di fatto al proprio ruolo di imprese modello per un trasporto pubblico adeguato e rispondente alle esigenze dell’utenza.
Purtroppo l’ ottusità degli amministratori regionali è tale da fare scoppiare, in territori già di per sé deboli e emarginati, una autentica crisi sociale.
La EAVBUS ne è un esempio eclatante”.
“Un’azienda di 1.500 dipendenti, con servizi in 4 province campane, con collegamenti da e per tutti i grandi centri della regione, una azienda nata per assicurare un servizio di trasporti degno di un paese civile, – prosegue la nota – soggiace impassibile e insulsa ai continui disservizi verificatesi nel bacino beneventano.
Purtroppo, più volte, in questi giorni si sono constatati soppressioni di corse, ritardi, interruzioni sulla linea dovuti a ristrettezze economiche, ormai cronicizzate, e inefficienze organizzative strutturali a cui mai si è voluto rimediare.
Ed sono ancora più incomprensibili le posizioni intransigenti tenute dalla dirigenza aziendale in merito alla organizzazione del lavoro sulla quale ha rigettato, sprezzantemente, tutte le proposte di queste RSU, aggiungendovi, qua e là, qualche velata minaccia.
Non c’è più approvvigionamento di materie prime, come gasolio, ricambi e parco automezzi; ma, a fronte di tutto questo caos organizzativo, la dirigenza e troppo pedissequi funzionari obiettano, anche in riunioni ufficiali, che questi disservizi sono da ascrivere alle malattie dei dipendenti.
Bella faccia tosta!
In queste ore hanno lasciato in balia delle giuste disapprovazioni e recriminazioni dell’utenza i poveri operatori e gli addetti all’esercizio che nulla possono e non sono nelle condizioni per rimediare a questo sconquasso. E ripetiamo, il tutto dovuto a penurie economico-organizzative che la EAVBUS non riesce a sopperire per le motivazioni su menzionate.
Questi scialbi intelletti, e questo è ancor più grave, hanno chiuso ogni contatto con i sottoposti e con l’utenza, piuttosto che affrontare e superare l’emergenza creatasi.
Hanno blaterato, altresì, in questi giorni, ordini e disposizioni insulse e contrarie alle politiche di contenimento dei costi tanto propugnate dalla società.
Ma non paghi di tutto quello che si disponeva, la dirigenza aziendale, sollecitata e ossequiata da qualche capetto di staliniana memoria, oltre ad imperare, provvedeva anche a intimidire e contestare ai lavoratori comportamenti che quantomeno tutelavano la propria ed altrui incolumità.
Oppure si punivano condotte e senso di responsabilità di lavoratori che, senza compenso, svolgevano prestazioni non di propria competenza.
Queste angherie sui lavoratori hanno provocato in essi irritazioni e sdegno, nonché tensione psico-fisica, logorio e debilitazione”.
“Non è più possibile tollerare tutto quello che sta accadendo – conclude la nota -. O si vuole scaricare sui lavoratori inefficienze, malumori personali o proprie incapacità?
Questo sarebbe stato il momento di fare fronte comune, azienda e lavoratori, per superare o almeno limitare gli effetti della crisi, per arginare le decisioni sempre più restrittive dell’Ente.
A maggior ragione sul territorio di Benevento, già lungamente e storicamente penalizzato, sarebbe stato necessario unire tutte le forze per contenere e affrontare le conseguenze del disfacimento del TPL. I lavoratori e le OO.SS. lo hanno fatto, per quanto umanamente possibile; altri, tra cui la dirigenza aziendale del bacino, purtroppo no.
Ma, al contrario, si scaricano responsabilità e doveri su altri senza avere la necessaria serenità per affrontare i problemi.
Questo è un bel modo di ringraziare chi fino ad ora ha garantito un servizio quantomeno decente.
Ma come spesso si dice, sciolta la neve vengono fuori…
Si vuole sapere, ad esempio, quel’è la linea di comando che mette in servizio gli autobus?
Di chi sono le funzioni?
Si vuole sapere perché, in questa situazione di emergenza, si lasciano soli nella gestione del servizio gli addetti all’esercizio che stanno anche subendo le giuste proteste e rimostranze dell’utenza? Almeno qualcuno che risponda al telefono…
Ma tant’è!
Già più volte abbiamo fatto appello a tutti di avere più responsabilità ed ad assumersi, ognuno per la propria parte, gli oneri e i doveri che derivano dallo specifico ruolo rivestito.
I lavoratori lo stanno facendo, qualcuno invece no.
Abbiamo già proclamato uno sciopero di 4 ore sul territorio beneventano, e perdere soldi, in questo momento non è proprio opportuno, ma i lavoratori vogliono avere tranquillità nel lavorare, sicurezza nell’esercizio e certezze sul futuro di questa azienda”.