POLITICA
‘I deputati che cambiano casacca perdano i benefici economici’

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Con una lettera inviata al presidente della Camera e della Giunta per il Regolamento e un’altra a tutti i colleghi deputati, la parlamentare del Popolo della Libertà Nunzia De Girolamo ha ufficializzato la sua proposta per penalizzare i continui ‘cambi di casacca’ e gli aumenti di spesa per il bilancio della Camera dei Deputati. Poche righe con le quali la deputata del PdL ha chiesto di modificare l’articolo 15 del Regolamento della Camera, ovvero di aggiungere allo stesso il comma 4, introducendo una novità assoluta per Montecitorio: ‘Il deputato che nel corso del mandato lascia il gruppo parlamentare di appartenenza non porta al nuovo gruppo al quale si è iscritto i benefici economici e di status connessi alla carica, previsti dal precedente comma 3’.
In poche parole, “chi non rispetta il mandato elettorale e decide di aderire ad altra forza politica, deve utilizzare esclusivamente le proprie risorse e non quelle che, secondo l’attuale norma, sono messe a disposizione dal presidente della Camera per il funzionamento dei gruppi parlamentari”, spiega l’onorevole De Girolamo. Che da un’attenta analisi effettuata ha rilevato che “il nostro ramo del Parlamento è in Europa l’assemblea legislativa che detiene il primato dei cambi di gruppo e schieramento politico. Basti pensare che ad inizio legislatura i gruppi parlamentari erano cinque (PdL, Pd, Lega Nord, Idv, Udc), ora siamo arrivati a sette (PdL, Pd, Lega Nord, Idv, Udc, Fli per il Terzo Polo, Popolo e Territorio), oltre le otto componenti politiche del gruppo misto; con un evidente aggravio di costi per le finanze della Camera dei Deputati. Per quanto riguarda, invece, i ‘movimenti’ di deputati, oltre centocinquanta di essi hanno scelto di abbandonare i rispettivi gruppi di appartenenza”.
La parlamentare del Popolo della Libertà “pur consapevole che alcuna legge potrà mai impedire ad un deputato di decidere autonomamente e in qualsiasi momento di mutare gruppo e fede politica”, ritiene sia “necessaria una norma che quantomeno ponga un freno a questi comportamenti ondivaghi che, sempre più spesso, disorientano e allontanano il popolo dalla politica. Non è certamente comprensibile e giustificabile per gli elettori che un deputato votato in uno schieramento lo si trovi iscritto, poi, ad un gruppo parlamentare opposto a quello di elezione, portatore di programmi e idee assolutamente diverse da quelle per le quali ha chiesto il consenso”, prosegue l’onorevole Nunzia De Girolamo. Che conclude: “Nei momenti di difficoltà e crisi dobbiamo essere i primi a dare segnali chiari di austerità e coerenza”.