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Rosanna Carpentieri scrive al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Rosanna Carpentieri coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia torna sull’angosciosa questione dell’amianto nell’ex Ufficio Postale di Via Alcide De Gasperi di San Giorgio del Sannio. Ancora una volta, attraverso una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Rosanna Carpentieri si fa portavoce della delusione e della rabbia per le “disattenzioni” degli amministratori pubblici.

“Egregio Sig. presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
sono una cittadina italiana del feudo di San Giorgio del Sannio (BN) dove la trasparenza e la democrazia sono parole non energiche ed incisive della prassi, ma vuoti e sterili fonemi, come ha dimostrato la recente vicenda dell’emergenza amianto creata a tutta la cittadinanza sangiorgese dall’agire dissennato dell’amministrazione comunale in carica.

Le scrivo in merito alle sue dichiarazioni che ho avuto modo di leggere circa la disastrosa alluvione che ha colpito il levante ligure e la lunigiana. Lei attribuisce i morti ai cambiamenti climatici. Purtroppo non sono d’ accordo con Lei.

Il responsabile di quella tragedia sono gli amministratori pubblici, i cittadini italiani nonché elettori.

Sono gli amministratori quando ampliano le aree edificabili e quindi cementificano il territorio che non è più in grado di assorbire l’ acqua piovana che così “scivola” altrove, per poter incassare col business degli oneri di urbanizzazione. Quando come cittadini non sappiamo urlare abbastanza la nostra rabbia per i soldi che mancano per le piccole cose: mantenere puliti i canali, i torrenti di montagna, mettere in sicurezza gli argini, monitorare le frane ma che miracolosamente piovono dal cielo per le grandi, grandissime opere. Quando dobbiamo contare sull’ aiuto dei volontari della protezione civile che sostituiscono le gravi lacune delle Istituzioni pubbliche anziché pretendere con ancora maggior forza i fondi necessari per i servizi essenziali.

Quando gli amministratori pubblici i fondi se li procurano, ma con gli oneri di urbanizzazione creando così un circolo vizioso senza fine.

Siamo noi cittadini italiani quando per pigrizia, disinformazione, troppa fiducia o troppa apatia verso i nostri cosiddetti “rappresentanti” evitiamo la partecipazione diretta, la cittadinanza attiva e lasciamo che presunte “scelte strategiche” quali TAV, ponte sullo stretto, rigassificatori, inceneritori o cancrovalorizzatori, cementificazione selvaggia sottraggano denaro alla manutenzione del territorio, delle sponde dei fiumi, alla messa in sicurezza delle scuole, alle energie alternative, tutte cose che creerebbero moltissimi posti di lavoro immediati e diffusi su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto controllabili dagli enti locali e non fagocitati dalle scatole cinesi del General contractor o peggio dalla criminalità organizzata. Quando non facciamo sentire la nostra voce , quando restiamo a casa perché macinare km in un corteo è faticoso, rischioso o peggio sconsigliato a parteciparvi dagli stessi politici ( se non sono stati loro a organizzarlo e promuoverlo!!!).

Siamo noi elettori, i responsabili, quando non vigiliamo sull’ operato degli eletti, non li controlliamo, quando dopo aver espresso il nostro voto deleghiamo ad altri in toto e ci allontaniamo per 5 anni ( o quanto dura la legislatura) dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato.

Quando ci lasciamo: abbindolare dai media e fatichiamo a farci una nostra opinione, terrorizzare dal voto utile ( per non lasciare il paese in mano alle destre dicono gli uni o alle sinistre dicono gli altri) , ingannare dagli apparentamenti, dalle intese e dagli accordi elettorali e, magari ci lasciamo violentare nella nostra dignità dal voto di scambio.

Quando non ci accorgiamo che miliardi di euro vengono impegnati e promessi nei programmi elettorali per l’ acquisto di aerei da combattimento ( ma l’ Italia non ripudia la guerra?) o per un inutile buco in valle di Susa o per notti bianche e sagre della salsiccia, mentre una dopo l’ altra le regioni italiane si sgretolano sotto frane, alluvioni, terremoti (non sempre di intensità così eccezionale da giustificare gli ingenti danni arrecati anche agli edifici pubblici che dovrebbero essere tra i più sicuri).

In una democrazia “imperfetta” quale la nostra, la responsabilità è sempre nostra, cioè di tutti i cittadini che liberamente e senza condizionamenti dovrebbero scegliere e pretendere il meglio. Secondo me i cambiamenti climatici, purtroppo, non c’entrano o c’entrano poco.

Non so se questa lettera giungerà a destinazione, sicuramente arriverà nelle mani di chi la giudicherà inopportuna, infarcita di demagogia e populismo sostenendo che il Presidente della Repubblica ha sempre ragione. Io non la penso così, mi spiace, e mi auguro che i motivi profondi della sua dichiarazione siano nei cambiamenti del “clima” della nostra vuota democrazia alla base della responsabilità per le vittime della disastrosa ultima alluvione .

Come mi auguro che non si stupisca se a giorni, a San Giorgio del Sannio, faremo il nostro dovere di cittadini ricorrendo all’azione popolare per la revoca degli eletti prevista dall’art. 70 del Decreto Legislativo n.267/2000 per destituire anzi tempo l’insoddisfacente sindaco: per incapacità, incompetenza, totale inaffidabilità, inadeguatezza, inosservanza del principio di precauzione e della norrmativa ambientale e per la estrema leggerezza con cui lui e il suo “staff” hanno agito nel procurarci l’esposizione all’amianto e nel sottoporci alla spada di Damocle di mortali patologie tumorali con la demolizione dell’ex Ufficio Postale di Via Alcide De Gasperi”. 

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