CRONACA
Arpaia, interesse del 40% mensile su un prestito: un arresto per usura

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Questa mattina, ad Arpaia, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Benevento, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli. Due, inizialmente gli indagati, padre e figlio, gravemente indiziati del reato di usura, esercizio di attività finanziaria abusiva e atti estorsivi con l’aggravante di aver approfittato dello stato di bisogno della vittima, un imprenditore commerciale nel settore della ristorazione. Il 13 febbraio 2010, i due, per tali fatti furono sottoposti al fermo di indiziato di delitto. Pertanto, in tal senso, si e proceduto all’arresto del solo Carmine Gagliardi, 54 enne di Arpaia, piccolo imprenditore, già noto alle forze dell’ordine, al quale il G.I.P. gli ha applicato la misura degli arresti domiciliari, ritenendo marginale l’apporto del figlio agli eventi criminosi.
L’indagine, dei carabinieri, effettuata anche sulla base delle dichiarazioni della vittima e soprattutto di riscontri oggettivi, hanno permesso di “svelare” i comportamenti criminali del Gagliardi, detto “l’asfaltista di Arpaia” che, nell’agosto 2009, aveva concesso un prestito all’imprenditore, in difficoltà economica, di 2500 euro a fronte della promessa di restituzione, entro un mese, di 3500 euro, vale a dire con un interesse percentuale del 40% mensile. Successivamente, a causa delle difficoltà economiche che non hanno permesso alla parte offesa di onorare il prestito, sono stati registrati una serie di comportamenti minacciosi da parte dell’usuraio, tanto da incutere nella vittima uno stato di profondo disagio, inducendolo a “scomparire” ed a rifugiarsi in altra provincia.
Emblematico, è infatti, l’episodio risalente, al dicembre 2009, nel quale l’usuraio con il proprio autoveicolo tentava di ostruire la strada ed il passaggio al ristoratore, anch’egli in auto, ponendosi di traverso sulla strada costringendolo ad una pericolosa fuga, a seguito della quale per l’elevata velocità, usciva fuori strada urtando contro un guard rail. Tali atti minacciosi del Gagliardi hanno riguardato anche i familiari, in particolare la madre della stessa parte offesa, Infatti, sintomatiche nel febbraio 2010, quando parlando con quest’ultima, le frasi “vostro figlio può anche morire, ma i soldi devono uscire lo stesso perché vengono presi in un altro modo e attraverso altre persone “ ed ancora “gli mando quella gente (riferendosi a quelli in Marcianise) che gli mettono una corda ganna” – “i soldi in un modo e in un altro li devo avere. Io li ho cacciati altrimenti vado da vostra figlia ad Airola”.