Scuola
‘Sui precari tutte le belle intenzioni sono andate in fumo’

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Egregio onorevole, – scrive Daniela Basile del Comitato Insegnati ed Ata precari sanniti – replico alla sua nota di risposta al sig. Delli Veneri (il segretario di Benevento dell’Flc Cgil qualche giorno fa aveva richiamato i politici al rispetto degli accordi sui precari, Ndr) perchè mi preme puntualizzare su delle affermazioni che seppur veritiere costituiscono solo ed unicamente un lato della medaglia”.
“Vero che ci si è impegnati ad assumere- prosegue Basile – ed io direi era ora ma il “ma” che duole è che i tagli alla scuola continuano inesorabilmente ad esserci e a distruggere un intero sistema scolastico sempre più traballante. Onorevole sa chi è stato immesso in ruolo? Il docente, il fortunato che ha sempre lavorato e che nonostante i tagli è stato graziato dalla scure. Mi preme ricordarle che i 20 milioni tampone non sono mai arrivati e di fatto non hanno tamponato un bel nulla. Le belle intenzioni sono andate in fumo assieme alle speranze di tanti disoccupati che attendevano quel salvagente per sopravvivere e vivere dignitosamente. Si fa bene a dibattere con la pancia piena e chissà come mai chi è sazio non riesce mai a credere a chi è rimasto a digiuno da tanto tempo e avverte dolorosamente in solitudine i morsi della fame. Onorevole Mazzoni tra pochi giorni molti precari che hanno lavorato lo scorso anno non vedranno rinnovarsi il contratto, nuovi disoccupati andranno ad aggiungersi alla lunga lista di licenziati da un triennio.
Venga sul tetto del Miur di Benevento, dove i precari licenziati si sono barricati, a parlare con Maria, 56 anni collaboratrice scolastica, vedova da 17 anni recentemente licenziata o con Graziella docente separata con figlio disabile a spasso da un triennio e che lo scorso anno ha campicchiato grazie al progetto comunale Scu.do. Incontri Nicola collaboratore scolastico capofamiglia di un nucleo familiare monoreddito o Maria alla soglia del pensionamento, precaria da 35 anni deprivata di dignità e messa alla porta inadegnamente. Si faccia una capatina e dica loro, guardandoli in faccia che è tutto un bluff, che per vivere devono nutrirsi di belle parole e che i progetti non servono a nulla. Onorevole dica loro che bisogna attendere anni prima che si risolva il nodo lavorativo e che in questo lungo periodo devono morire di stenti ma con onore piuttosto che ricevere miseri tampone che sanno di elemosina. E’ questo il diritto che si vuole? E’ questa la giustizia sociale? Pronta ad un confronto serio e civile sulla materia, a un dibattito pubblico in cui siamno presenti tutte le controparti. La invito a partecipare e spero anzi sono certa che accetterà il mio invito ritenendola un politico sempre aperto al confronto”.