Scuola
‘In questo Paese i diritti bisogna conquistarseli con le piazzate…’
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In calce campeggia la parola “Indignados”: è lo stato d’animo, oltre che l’assimilazione agli iberici ormai senza più il conforto della buona politica né della pazienza, che emerge dalla nota del Comitato Insegnanti ed Ata Precari sanniti, la cui protesta avviata all’Ufficio scolastico provinciale di Benevento è sfociata in una risalita “di nuovo sul tetto. In questo Paese i diritti bisogna conquistarseli con le ‘piazzate’.
Ci hanno messo in condizione a quarant’anni e passa di dover puntualmente mettere in piedi scenografie ad effetto per far venire fuori le scomode verità del Paese della cricca privilegiata. Ci vogliono imporre una decisione, costringerci ad accettarla passivamente, a rassegnarci giocando sul tempo che scorre e farci soccombere nell’anonimato nel chiuso di quattro mura. Se proprio dobbiamo morire allora preferiamo farlo pubblicamente, montando un patibolo in piazza . Se è questo quello vogliono i cinici mandanti in giacca e cravatta con mille privilegi allora che l’esecuzione la si svolga dinnanzi a un folto pubblico e che le loro coscienze, sempre che ce l’abbiano, facciano i conti con la realtà e con gli spettatori che giudicheranno la natura ingiusta o giusta di questa sentenza senza appello né difesa!
100 incarichi in meno rispetto allo scorso anno nella sola Provincia di Benevento, 300 in totale per il solo personale Ata a cui si aggiungono un numero indefinito ma comunque cospicuo di docenti e assistenti amministrativi non convocati: questo è il tragico scenario del mondo precario. Siamo i lavoratori a tempo scaduto privi di tutele legali, di assistenza sindacale di diritti lavorativi perché per tutti la categoria dei desaparecidos da sfruttare fino all’osso e poi gettare. Siamo i flessibili, l’innovazione lavorativa ideata non di certo per creare posti di lavoro che già ci sono ma esclusivamente per deprivarci di salvaguardia lavorativa, renderci facilmente ricattabili e ucciderci psicologicamente dopo aver logorato per anni i nostri stati d’animo. Siamo quelli che da 20, 30 e quasi 40 anni lavorano in incognito, siamo il motore che fa funzionare l’Italia che dall’Italia riceve la sentenza di morte senza possibilità di appello.
Tavolo interistituzionale subito, maggiore trasparenza delle operazioni effettuate dal Miur di Benevento che stanno contravvenendo il contratto nazionale, lavoro, diritto alla vita risposte dalla Regione quanto chiediamo. L’Italia che non si arrende dal tetto del Miur di Benevento grida la propria indignazione alle iniquità sociali e invita il popolo indignato a raggiungerla per far sì che quelle urla superino il muro del suono e raggiungano il mondo”.