Scuola
‘Le assunzioni nella scuola? Spalmate in un triennio…’

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Da Daniele Basile, del comitato precari e insegnanti e Ata sanniti, riceviamo e pubblichiamo:
“Mentre la stampa nazionale, i partiti dell’opposizione denunciano il fatto che il piano d’assunzioni triennale varato dal Ministro Gelmini di concerto coi sindacati è insufficiente e contribuirà ad un ulteriore incremento del precariato nelle scuole ,a livello locale qualcuno elogia il bel lavoro fatto e gli eccellenti risultati ottenuti frutto di trattative estenuanti. I numeri sono quelli che contano e proprio questi riempiono gli occhi dei lettori.
65.000 è una cifra importante di sicuro, peccato che qualcuno abbia omesso di sottolineare che il tutto andava diviso per 3 (vale a dire spalmati in un triennio) ossia poco più di ventimila assunzioni tra personale docente e non docente all’anno. Nel prossimo triennio i pensionamenti saranno all’incirca centomila ed il programma triennale non andrà a coprire tutti i posti che saranno lasciati vacanti. Di conseguienza i contratti a tempo determinato si triplicheranno e lo Stato continuerà a lucrare e risparmiare sempre e solo sulla pelle di lavoratori che hanno vite simili a bombe ad orologeria. Come sempre la crisi la pagano le classi sociali più deboli, gli anelli della società che non esistono legalmente e lavorativamente, che vengono usati e gettati e poi riciclati a proprio piacimento. Si chiedono sacrifici agli italiani, questo Governo taglia la sanità, aumenta le tasse, introduce i ticket, riduce all’osso le detrazioni per gli asili e per le università, insomma stringe ulteriormente la cinglhia delle famiglie, costringendole a enormi sacrifici e non muove un dito per diminuire i costi della politica, delle auto blu, dei vitalizi, degli stipendi d’oro frutto di dippi incarichi, delle consulenze inutili ed esose, dei finanziamenti ai partiti.
E’ vergognoso che in un clima tanto iniquo e cupo ci sia ancora qualcuno che elogi un qualcosa che di fatto danneggerà la scuola, gli studenti, la cultura e che la faccia passare come una grande conquista. Dove sono finite quelle figure rappresentative dei lavoratori che in piazza, insieme ed accanto a loro si mobilitavano per permettere il riconoscimento di diritti fondamentali quali la vita e la dignità? E’ inaccettabile che si canti una vittoria che non c’è semplicemente perchè si sta annaspando. Per nascondere le difficoltà e le debolezze si cerca di trasformare una conseguenza logica in un traguardo insuperabile. Non è possibile accettare passivamente delle decisioni che spolperanno i nuclei familiari e i malati e preserveranno le classi dirigenziali. Questa manovra appiattirà il Paese e prima che l’elettroencefalogramma diventi piatto è opportuno che la gente si indigni e scenda in piazza. La solidarietà è l’arma che consente di vincere l’ipocrisia e la tracotanza ed è ora che la si cominci ad usare”.