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La Torre Campanaria di Santa Sofia apra al pubblico

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Attraverso un comunicato stampa l’associazione Ekoclub di Benevento propone di aprire al pubblico la Torre Campanaria della Chiesa di Santa Sofia fruibile al pubblico. L’antica e ricca storia della torre infatti merita una maggiore valorizzazione in tal senso.
“Il primo campanile della Chiesa di Santa Sofia – si legge nella nota – fu costruito da Gregorio II, abate di Santa Sofia tra il 1038 ed il 1056, sotto il principato di Pandolfo III, come è scritto in una epigrafe scritta, in caratteri longobardi, in una lapide incastrata nella parete meridionale dell’attuale Torre Campanaria. Il terremoto del 5 giugno 1688 comportò il crollo del campanile che si abbatté sull’atrio monumentale costruito nel Millecento.
La Torre Campanaria fu costruita nel 1703, in una posizione diversa da quella originale, nell’ambito delle mura che allora recingevano il convento e il giardino. Nel 1915 rischiò di essere abbattuta dall’amministrazione comunale, che la riteneva un ingombro inutile, e non affatto un’opera d’arte da conservarsi; ma Corrado Ricci (Ravenna, 18 aprile 1858 – Roma, 5 giugno 1934) un archeologo e storico dell’arte italiano. Fu senatore del Regno d’Italia nella XXVI legislatura, si adoperò presso il ministero competente affichè non venisse compiuta tale opera di distruzione.
Sulle pareti della Torre Campanaria si possono ammirare gli stemmi delle dominazioni succedutesi in Benevento, posti in tempi recenti, come le tavole marmoree delle facciate sud ed est, rievocanti l’estensione del Sannio antico e del Ducato di Benevento”.
La proposta di Ekoclub International è di rendere la Torre fruibile al pubblico e ai turisti, immaginate la bellezza della visuale del complesso di Santa Sofia dalla sommità della Torre Campanaria. Naturalmente la Torre ha bisogno di un restauro e di un’accurata pulizia, l’ultima volta che è stato possibile visionarla erano presenti diversi quintali di escrementi di piccioni. La fruibilità della torre potrebbe essere un primo passo importante per ravvivare un po’ la zona circostante la Chiesa di santa Sofia e, perché no, renderla fruibile con il pagamento di un biglietto d’ingresso, un po’ come accade in tutte le città turistiche”.