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CRONACA

Dal lampione al Ponte Sabato: la nuova protesta dell’Orlando “furioso”

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Poco dopo la pubblicazione dell’articolo, che potete leggere di seguito, è arrivata la replica, attraverso un commento (pubblicato in fondo), proprio del signor Paolo Orlando, che smentisce quanto affermato, anche attraverso i nostri microfoni, dall’Assessore ai servizi sociali del Comune di Benevento, Luigi Scarinzi, scrivendo che nessuno gli ha mai offerto una casa e un fitto gratuito. Però, e qui potrebbe aprirsi forse uno spiraglio di soluzione al problema, Paolo Orlando, da 20 anni disoccupato, si dichiara pronto ad accettare una soluzione come quella proposta dall’assessore.

Non si è fatta attendere la risposta da parte dell’assessore Luigi Scarinzi. Dopo aver ricordato le numerose riunioni tra il Comune e gli inquilini di Via dei Mulini, alle quali aveva preso parte più volte lo stesso Orlando, seppur in più di un’occasione “era andato via alterato e urlando”, l’assessore si dichiara disposto ad un’ulteriore passo in avanti. Ma questa volta deve essere “un intervento definitivo e condiviso, che ponga fine a questa situazione, che sembra sempre più una strumentalizzazione e una mancanza di rispetto agli altri cittadini, che, tranquillamente aspettano di aver assegnata la casa popolare”.

 

 

Ritorna ad incatenarsi Paolo Orlando, al momento lo sfrattato più famoso di Benevento. Lasciato il lampione di Santa Maria degli Angeli, al quale si era unito ieri con una catena di ferro, oggi emblema della sua protesta diventa il ponte Sabato. Questa mattina si è incatenato alla ringhiera. Il luogo scelto per ospitare la sua richiesta di una nuova casa, dopo lo sfratto, non è dei più accoglienti. Dopo pochi minuti arrivano le forze dell’ordine che invitano Paolo Orlando a sgombrare. Senza oppore resistenza, l’Orlando dice addio al ponte, con cui ha condiviso per poco tempo il suo disagio, e, placidamente, si reca al bar per rinfrescarsi. Non senza aver prima ribadito di “voler a tutti i costi una nuova abitazione per sé e la sua famiglia” e portando, nel suo dialetto, un esempio “discutibile”: “Berlusconi è riuscito a ricostruire L’Aquila in sei mesi, qui non si riesce ad avere una sola casa”.

E’ possibile che in una città civile come Benevento un uomo e la sua famiglia restino senza casa, abbandonati sulla strada e costretti ad incatenarsi per quasi 30 giorni? La prima risposta è, ovviamente, no. Per cercare di fare chiarezza sul caso Orlando abbiamo contattato l’assessore ai servizi sociali del Comune di Benevento, Luigi Scarinzi, che ben conosce la situazione.

Apprendiamo così che la famiglia Orlando era in fitto in un’abitazione privata in via dei Mulini. Motivi di inagibilità dello stabile, hanno determinato lo sgombro dell’edificio e l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Pur ottenendo la promessa da parte del proprietario di ridare di nuovo in fitto l’immobile alla famiglia Orlando.
“Sono venuti più volte da noi per chiedere un alloggio popolare”, ha dichiarato Scarinzi, “Ma era impossibile”. La legge infatti impone di assegnare le case popolari seguendo una graduatoria. “Su 400 richieste di case popolari a Benevento” continua l’Assessore, “nella gradutoria il signor Orlando è al posto 213. Le legge riconosce che ci sono molte famiglie che hanno diritti alla casa più consolidati dell’Orlando”.

Al momento impossibile attribuire alla famiglia Orlando una casa popolare. Malgrado ciò il Comune ha cercato di trovare soluzioni alternative. “Abbiamo proposto delle offerte valide, in collaborazione con la Caritas”, ci rivela Scarinzi, “come quella di un fitto completamente gratuito a contrada Iannassi per le famiglie in difficoltà. E offrendo anche un trasporto gratuito con lo scuolabus”.

Alla luce delle parole dell’Assessore ai Servizi Sociali la disponibilità del Comune c’è. Allora cosa è successo? Perchè Paolo Orlando si incatena e protesta? “Questa soluzione non è stata accettata,” commenta Scarinzi, con tono un po’ risentito per la macata collaborazione dell’Orlando, “ha preferito restare al Can, al centro di accoglienza notturno, che non è una destinazione definitiva, ma un luogo deputato per le emergenze, in attesa di trovare una soluzione, per la quale però è necessaria la collaborazione attiva della famiglia”.

Il signor Paolo Orlando continua a protestare e richiedere una casa popolare. Ma la legge va rispettata. Molte sono le famiglie a Benevento che da tempo, in alcuni casi anche troppo, aspettano una casa popolare. Ma alla legge dello Stato non può subentrare la legge della giugla e del più forte. Vanno rispettate anche le famiglie in difficoltà che non gridano e non danno vita a gesti spettacolari. Il problema della casa è un’emergenza a Benevento come quella del lavoro. Tutti hanno i medesimi diritti, sia che si soffra in silenzio, in privato, sia che si salga sui tetti. Altrimenti si rischia di innescare una guerra tra poveri, che porta danno solo alle persone in difficoltà. “Noi dobbiamo tutelare tutte le famiglie, anche quelle che per dignità,” ha concluso l’assessore, “trovandosi in uguale situazione di disagio, per pudore non portano avanti proteste come quelle dell’Orlando”.

Ad ostacolare l’iter legale dell’attribuzione delle case popolari purtroppo ci sono fenomeni come l’occupazione abusiva delle abitazioni, da parte di famiglie o stanche di aspettare o mai entrate in graduatoria. Ma questo è un capitolo diverso. Su cui però speriamo di poter iniziare a scrivere presto.

Erika Farese

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