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Sindacati

‘Un consorzio per esportare il prodotto made in Sannio’

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Il dibattito sulla crisi della tabacchicoltura nel Sannio ed in Italia, ospitato in città nei giorni sacorsi ed oggetto anche di valutazioni politiche, ha mosso anche il presidente provinciale di CIDEC nonché membro di Giunta esecutiva nazionale, Milena Petrucciani, ad alcune interessanti riflessioni.
“Abbiamo evidenziato da più tempo falle organizzative in ambito provinciale e regionale dove, sia le associazioni di categoria che le loro associazioni di produttori, sovente, piuttosto che aiutare, sospingono il settore verso una morte più veloce ed assistiamo ad inevitabili, continui fallimenti di iniziative che non danno alcun beneficio al sistema ma solo una momentanea, inutile pubblicità.
Obiettivamente criticabile, pertanto, anche il propagandato recente matrimonio tra una Organizzazione sindacale ed una multinazionale del tabacco perché le multinazionali con le loro strategie degli immensi profitti si basano da sempre sullo sfruttamento dell’economicismo liberalcapitalista dei popoli del mondo.
Le multinazionali sovvertono ogni economia, ogni identità popolare ed ogni peculiarità territoriale; le multinazionali attraverso lo sfruttamento della manodopera azzerano buona parte dei parametri sociali che caratterizzano il mondo del lavoro: dalla corresponsione salariale alla tutela ambientale, da quella pensionistica a quella sanitaria.
Le multinazionali, inoltre, veri oligopoli mondiali, per adempiere ai propri compiti dettati dal processo capitalistico della produzione e del profitto, tendono a trasformare gli equilibri che caratterizzano la vita delle popolazioni: dalle abitudini alimentari a quelle delle coltivazioni.
Urgente, quindi, una diversa pianificazione di azioni da parte delle associazioni di categoria che devono operare nell’interesse degli associati e con gli associati promuovendo una nuova forza capace di salvare il comparto e ridare competitività al tabacco sannita attraverso l’istituzione di un consorzio per l’esportazione del tabacco Made in Sannio che potrebbe far recuperare, altresì, il gap oggi esistente nei confronti delle produzioni extraeuropee che beneficiano di costi di produzione piu’ bassi.
Un consorzio che faccia riferimento ai regolamenti comunitari e che valorizzi il prodotto la cui coltivazione e semilavorazione deve essere urgentemente migliorata.
Un consorzio che rappresenti validamente gli associati nelle varie sedi istituzionali e di categoria, un consorzio che formula proposte operative e regolamentari per definire una appropriata politica di salvaguardia della filiera capace di promuovere un’azione tesa a difendere il prodotto e non soltanto il profitto attraverso il miglioramento della qualità ed il successivo incremento del prezzo pagato al produttore.
E’ una battaglia che si può fare e che può essere vinta se fatta nei tempi e nei modi giusti. La verità, infatti, è che la riforma Ocm non ha dato i risultati attesi: sono aumentate le importazioni di tabacco dai Paesi extraeuropei, sono diminuiti i redditi del settore, non c’è stato il previsto aumento dei prezzi e si è ridotta drasticamente, di circa 25 mila unità l’occupazione collegata alla coltura e alla trasformazione del tabacco. Come da tempo stiamo sostenendo, riteniamo necessario consolidare nella nostra area geografica la produzione della varietà di tabacco Kentucky, qualitativamente competitiva, attraverso la creazione di un Polo di qualita’ del Tabacco Kentucky che abbiamo ufficializzato al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e richiesto alla Regione Campania insieme all’ istituzione di un Tavolo Regionale. Il Polo dovrà avere tra i suoi fini anche nuove iniziative come la promozione di itinerari turistici legati al tabacco.
Ed è chiara la posizione della nostra Organizzazione sindacale: noi abbiamo sempre creduto nel mantenimento della produzione di tabacco anche quando tutti parlavano solo di riconversione e crediamo possa realizzarsi in presenza delle necessarie condizioni economiche: prezzi adeguati per le produzioni, qualità delle medesime e confronto delle imprese con il mercato; diversamente si arriverà al 2013, data ultima di aiuti concessa dall’ Unione Europea, senza più tabacco e senza risorsa alcuna per qualsivoglia riconversione colturale. E’ necessario dare fiducia al consorzio tralasciando motivi di contrapposizione e personalismi inutili ma pensando solo che il prodotto finito (sigarette, sigari e trinciati) non smetterà mai di essere venduto, né in Italia, né nel mondo e che è tempo che siano i produttori di tabacco sanniti a divenire finalmente i veri protagonisti del settore”.

 

 

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