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“Come hanno fatto al Quaderno a risolvere le ‘contingenti difficoltà economiche’?”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Luigi Mastromarino, fotoreporter, già collaboratore de “Il Quaderno” sul defenestramento del direttore Carlo Panella.

 

"Ho collaborato con le testate giornalistiche il Quaderno ed ilquaderno.it, come fotoreporter, operatore video e in parte anche per l’aggiornamento del sito e la redazione di articoli, per circa un anno, fino al 6 giugno scorso, quando l’amministratore della società, Stefano Mercurio, immagino in accordo con l’editore Salvatore Tisi, mi ha scritto che "per transitorie assenze di commesse legate alle contingenti difficoltà economiche siamo costretti a ridurre sensibilmente i costi di gestione. Pertanto Le chiedo di astenersi da ogni attività di sua competenza…”, ecc.

 

Da quando ho iniziato a lavorare per il Quaderno, la puntualità nei pagamenti non è mai stata una prerogativa del gruppo dirigente. Se escludiamo l’iniziale periodo di ‘prova’, in cui in realtà si lavora a tutti gli effetti senza essere retribuiti, posso dire di aver ricevuto pagamenti regolari solo in un paio di occasioni. Basti pensare che per ricevere il compenso di gennaio, ho dovuto aspettare fino ad aprile. Ora siamo a quattro mesi di arretrato.

 

Credevo, dunque, davvero, che il problema fosse economico, insomma che il nuovo editore avesse fatto il passo più lungo della gamba e non fosse in grado, con quello che possiede, di fare fronte alle esigenze di un’attività, quella editoriale, che difficilmente è capace di autosostenersi economicamente. Se mai, è in termini di influenza/sudditanza dal mondo economico e politico locale che si può comprendere quale sia la contropartita a questo genere di investimenti. Ma questo è un altro discorso… o forse no.

 

Alla luce degli ultimi eventi legati al giornale, viene spontaneo chiedersi come abbiano fatto al Quaderno a risolvere le ‘contingenti difficoltà economiche’ che nei mesi scorsi ci hanno costretto a lavorare in condizioni a dir poco impeditive.

 

Il problema, quindi, non è la querelle su ‘solidarietà sì, solidarietà no a Carlo Panella defenestrato in malo modo’ e nemmeno giudicare quanto siano sincere le dichiarazioni ricevute dal mondo politico. Non si tratta di una polemica ‘salottiera’ sul ‘caso Panella’, semmai, come pochi hanno colto, di una denuncia del ‘caso Quaderno’.

 

Il dietro le quinte, infatti, vissuto anche sulla mia pelle, è che il Quaderno ha continuato a esistere, nei mesi scorsi, grazie alla tenacia dei miei ex colleghi. Persone capaci, come Alessandra Chiusolo, che tutte le settimane si occupava della consegna alle edicole di Benevento, a sue spese e con la propria auto, naturalmente senza venire pagata, né rimborsata in alcun modo. O come Roberto Russo e Grazia Palmieri, due autentiche macchine da guerra, sulle cui spalle pesava praticamente per intero l’aggiornamento continuo del sito, a tutte le ore e in qualsiasi condizione, trattati economicamente nella stessa maniera, cioè non pagati. Superfluo parlare dell’impegno noto a tutti del direttore Panella e del suo vice, Tiziana Nardone.

 

Più di una volta abbiamo dovuto decidere il da farsi, nei mesi scorsi. Più di una volta siamo stati anche in contrasto su se continuare a tenere in piedi il Quaderno o stopparlo e portare alla luce la disastrosa situazione in cui versava il più seguito mezzo di informazione della provincia di Benevento. Il direttore fino all’ultimo ha tentato di trovare soluzioni bonarie ai problemi manifestati dalla società, in parte condividendo e in parte contenendo le spinte ad adire le vie legali di alcuni di noi, per evitare che lo scandalo portasse nocumento al giornale, convinto che in tal modo sarebbe stato possibile intavolare una trattativa con cui salvare capra e cavoli. Il risultato è stato purtroppo ben diverso.

 

Ora, però, il Quaderno sembra essersi, magicamente, rimesso in carreggiata: ha un nuovo direttore, ha fatto investimenti infrastrutturali (ha spiegato il webmaster, Pasquale Seneca, che ora il quaderno è ospitato su più server secondo le nuove tecnologie cloud) e ha ripreso a funzionare.

 

Quindi rimane in piedi la questione: il Quaderno ci ha ‘cacciati’ per motivi economici? E allora" – si chiede Mastromarino – "come fa a pagare chi ha preso il nostro posto?". O anche gli investimenti tecnologici fatti?

 

"Ma se non sono editoriali e non sono economiche, – conclude l’ex collaboratore – quali sono le motivazioni della ‘fine’ del Quaderno come lo abbiamo conosciuto fino ad ora?".

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