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Calcio

I sogni del Benevento si infrangono in semifinale

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Come quella di Tutankhamon, falsa.
La maledizione dei play-offs non esiste: il Benevento un bel po’ domina, un po’ soffre, e nel computo sulla bilancia pareggia. E non basta a superare l’ostacolo Juve Stabia (nonostante il 21′: cross perfetto di Pedrelli, grande anticipo di testa di Evacuo e palla in rete), che si avvia all’atto conclusivo della stagione sovvertendo il fattore campo.
Una bella cornice di folla, la solita stucchevole passerella politica in favore di microfoni e telecamere, ma uno zoccolo duro di bel tifo (corretto) amplificato dall’importanza della posta in palio hanno reso la scivolosità del prato del Vigorito dovuta alla pioggia della giornata una sorta di passerella inclinata verso la finale post-stagionale per una delle due contendenti. Purtroppo quella ospite per i tanti tifosi beneventani accorsi sugli spalti.
 

C’è stato in avvio, subito prima del minuto di silenzio per ricordare la tragica morte del militare italiano in Afghanistan, il tempo di spendere qualche applauso di circostanza a chi un dramma – non agonistico – lo vive davvero, come i lavoratori Tessival di quell’area di crisi dove il rigore (di vita) è d’obbligo, Airola, poi il calcio della palla ha riportato l’attenzione di tutti sulla sfera di cuoio distogliendola dal sociale. Sociale che su un campo di calcio dura lo spazio di un giro con striscione, non deputandosi un rettangolo verde avere la stessa valenza di un tavolo di concertazione nelle più appropriate sedi politiche. Ma è il solito segno dei tempi di decadenza che viviamo.
I primi 45′ offrono, come velocemente ricordato, una Juve Stabia prima ordinata e solo occasionalmente pericolosa (proprio all’inizio, con Corona; l’attaccante si ripeterà verso la chiusura della frazione), poi il Benevento conquista campo e conserva questa supremazia, la valida con il bel punto di Evacuo, manca – per bravura di Colombi – il colpo del ko definitivo con Clemente (anche qui gioco aereo: bel colpo di testa), ma nel complesso legittima il risultato, al punto da far stirare i lineamenti di coach Galderisi (“Siamo partiti bene”), che comunque rimane guardingo (“Abbiamo abbassato un po’ troppo il baricentro, dopo il gol”).
 

Chiusi i 45′ sotto di uno, gli ospiti si presentano con assetto prevedibilmente più offensivo nei secondi 45′ (entra Raimondi) e replicano lo schema di inizio gara conservando un po’ di supremazia territoriale, senza concretizzare, pur facendo (sempre con Corona) correre qualche brivido nella schiena dei tifosi della Sud.
Poi accade l’incredibile al 9′: calcio da fermo di Tarantino dalla destra, spiovente in un’area dove viene palesemente abbracciato e placcato stile rugby Mezzavilla. Ineccepibile il penalty in favore della Juve Stabia. Con il contorno di una seconda ammonizione a Pacciardi (e fallo da rigore c’era anche su Corona, nella medesima azione) che lascia anzitempo il terreno di gioco. Non accade come la settimana prima, Corona si defila e proprio il beneventano Tarantino – è il 10′ – infila, con un perfetto sinistro, la rete del pareggio dal dischetto. Comincia tutta un’altra partita di calcio. Dove conteranno di meno gli schemi (i sanniti sono con un uomo in meno e devono rimontare) e più la tenuta nervosa: lo dimostra l’avvicendamento di Clemente con Bueno (forze fresche ma non troppo sbilanciamento sul campo). La Juve Stabia sull’abbrivio al 19′ e sempre da fermo (direttamente dal corner, con Tarantino) quasi raddoppia, vive lunghi minuti di supremazia ‘mentale’, spezzata al 21′ da un’incursione di Mounard che spreca in area invece di appoggiare ai compagni liberi. Al 22′ esce D’Anna per La Camera ed il Benevento riprova a passare (23′ Pedrelli scodella al centro, nessuno arriva). Si gioca a scacchi in panchina, esce al 24′ il beneventano Tarantino (fra i migliori dello Stabia) per far spazio al beneventano Ciotola e qualche minuto dopo Galderisi risponde – tirando fuori Mounard – con l’innesto di Pintori (ma la Juve Stabia rafforza la difesa sostituendo Corona con il difensore Fabbro). Il tema tattico si è delineato: chi ha pareggiato si difende ed i giallorossi altro non possono fare che (con merito, per carità) moltiplicare le forze sul campo, stringendo d’assedio l’area stabiese, senza patire a prima vista l’inferiorità numerica, e tenendo il baricentro alto a sancire il possesso del territorio. Naturalmente esponendosi a qualche rischio. E’ la banalità di una cronaca prevedibile, quella prevedibilità che nonostante tutto rende il calcio attraente in questi frangenti, dove il tatticismo lascia davvero spazio all’emotività, dei singoli in campo e dei tanti sugli spalti. Al 45′ Bueno non converte un cross basso di Pintori ed inaugura il tunnel del recupero (5′). Poi Evacuo viene anticipato di un soffio in area e sul corner successivo Bueno si coordina al volo ma non centra lo specchio. E ancora Evacuo chiude alto con il sinistro l’azione successiva.
Il fischio di Di Bello di Brindisi al 95′ spegne gli ardori agonistici. E il presidente Vigorito ne spegne altri, dichiarando a caldo: "E’ chiuso un ciclo".

La finale per la Juve Stabia è con l’Atletico Roma, che è riuscito a mettere a segno, al termine di una gara pericolosa per le coronarie degli appassionati, una rete proprio al 90′ limitando i danni (2/3 la sconfitta) interni col Taranto e facendo valere il successo esterno dell’andata, ma soprattutto la miglior posizione in classifica al termine della fase ordinaria della stagione.

***

BENEVENTO-JUVE STABIA 1-1

MARCATORI: 21’ Evacuo (B), 55’ rig. Tarantino (JS)

BENEVENTO (4-2-3-1): Baican; Pedrelli, Siniscalchi, Signorini, Zito; Pacciardi, Bianco; D’Anna (67’ La Camera), Clemente, (65’ Bueno) Mounard (77’ Pintori); Evacuo. A disp.: Corradino, Formiconi, Palermo, Vacca. All.: Galderisi

JUVE STABIA (4-3-3): Colombi; Maury, Molinari, Scognamiglio, Dianda; Cazzola, Danucci (46’Raimondi), Mezavilla; Tarantino (69’ Ciotola), Corona (77’ Fabbro), Albadoro. A disp.: Fumagalli, Davì, Rizza, Marano. All.: Isetto (squalificato Braglia)

ARBITRO: Di Bello di Brindisi

NOTE: Ammoniti: Scognamiglio, Mezavilla. Espulso: Pacciardi al 55′ per doppia ammonizione

 

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