Sindacati
I lavoratori del settore trasporti proclamano lo stato di agitazione

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Le segreterie provinciali di Filt Cgil (Finozzi), Fit Cisl (Fantasia) e Uil Trasporti (Pagliuca) si sono incontrate con le aziende associate ANAV della provincia di Benevento e nel corso del confronto sono state informate delle ripercussioni sui livelli occupazionali nel momento in cui le aziende saranno obbligate a sottoscrivere i Contratti di servizio con gli Enti Regione e Provincia.
“Con molta chiarezza è stato esposto – si legge nella nota delle parti sociali – che i tagli derivanti dalla delibera regionale dello scorso 30 dicembre sono strutturalmente devastanti e sconvolgenti e che le aziende, pur non avendo ancora firmato, saranno certamente costrette a farlo con la minaccia che, ove mai non ottemperassero a tale imposizione, sarebbero sostituite nel contratto da altre imprese.
Il quadro presentato ha lasciato nelle scriventi apprensione e preoccupazione per gli sviluppi futuri del TPL sannita.
In provincia di Benevento per i lavoratori la situazione è ancora più difficile di altre realtà. Le condizioni di lavoro e retributive, di giorno in giorno, stanno sempre più regredendo.
A parte 2 aziende, le più strutturate, una pubblica e una privata, e cioè la EAVBUS e l’ETAC, il servizio su gomma della Provincia di Benevento è assicurato da altre 16 aziende tutte al di sotto dei 15 dipendenti, con una soltanto che supera i 10 dipendenti.
Per le vertenze trascorse, note a tutti, molte aziende gestiscono il servizio contraendo sempre più i diritti dei lavoratori, sfruttandone al limite le performance e disattendendo le normative sulla sicurezza dell’esercizio. Le perplessità sorgono anche sulle anagrafiche aziendali così ricche di livelli apicali che pesano su una corretta conduzione di un’azienda. Si deve mettere fine a queste alterazioni, anche perché si ha l’impressione che qualcuno stia avvelenando i pozzi della futura azienda unica che dovrebbe rilevare il servizio.
Ma è immaginabile che, ove mai si dovesse procedere a tagli del personale, vadano a casa gli autisti e rimangano i “padroni” come dipendenti della futura azienda?”.
Di qui il dubbio avanzato dai sindacati che “si chiedono se non è forse anche questo il motivo per cui potrebbe andare deserta la gara per l’affidamento. Infatti troppi pensano solo ai loro tornaconti dimenticando la missione sociale del servizio di trasporto e ignorando che il finanziamento pubblico provvede alla socialità del servizio. L’ incapacità imprenditoriale in questo settore e in questa provincia rasenta il ridicolo; in questi anni si è pensato solo a lucrare guadagni a dispetto dei lavoratori e di una sana programmazione.
Adesso arriva la resa dei conti e anziché pensare a trovare soluzioni, si escogitano scorciatoie ed espedienti per tirare a campare.
Paradossalmente chi potrebbe essere penalizzato da queste riduzioni di servizi e risorse sono le aziende più strutturate sul territorio, che per la loro organizzazione del servizio si uniformano a tutte le normative nazionali ed europee.
Più volte si è denunciato queste storture, queste prevaricazioni di alcuni gestori che giocano sulla pelle dei lavoratori.
Le OO.SS. provinciali sensatamente hanno sempre evidenziato la grave crisi del settore, intraprendendo ed aderendo alle iniziative a sostegno di questa vertenza, buon ultima lo sciopero nazionale del 31 marzo, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e l’utenza in particolare, sulla drammaticità e pericolosità della situazione.
Il senso di responsabilità ha evitato, nell’assemblea dello stesso giorno con l’Assessore provinciale, che i lavoratori avessero reazioni rabbiose alle dichiarazioni che rischiavano di essere provocatorie anche se con intento rassicurante, ma che suonavano come un’offesa alla loro intelligenza e al loro spirito di sopportazione. La esasperazione e la preoccupazione dei lavoratori ha raggiunto livelli massimi di pazienza e tolleranza; scioperare in tempi di crisi è un sacrificio grande per i lavoratori ma gli autoferrotranvieri hanno risposto e risponderanno compatti perché in discussione vi sono non solo i livelli occupazionali, ma la stessa idea del diritto alla mobilità così come è riconosciuto nella nostra Carta costituzionale.
Questo stato di cose è stato incessantemente evidenziato in più occasioni dalle scriventi, buon ultima la nota del 5 aprile scorso; le OO.SS. hanno intrapreso iniziative forti e rischiato la propria credibilità nell’assumersi responsabilità di fronte a queste problematiche; si chiede a chi ha funzioni di direzione e guida del settore di impegnarsi ad evitare conseguenze ancor più funeste nel trasporto locale”.
“Alla luce di quanto esposto, in conseguenza delle fibrillazioni presenti tra i lavoratori, – conclude la nota – si annuncia lo stato di agitazione di tutto il personale del TPL su gomma e nel contempo si chiede urgentemente l’istituzione di un tavolo tecnico con l’Ente Provincia atto a definire un Piano Provinciale aggiornato dei servizi minimi da garantire, al fine di evitare che il TPL sannita venga ridimensionato e preda di interessi non consoni con il principio della natura sociale della mobilità. Non si ha necessità di fare assemblee o consessi allargati che non producono risultati, ma si esige l’istituzione di un organismo tecnico snello e competente, composto da addetti ai lavori che hanno ben presente la tematica del settore e messo in condizione di trovare soluzioni a livello territoriale che non abbiano conseguenze drammatiche sui servizi e sulla tenuta occupazionale”.