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Salute

‘Continuità assistenziale ed ospedale, pensare una possibile ridefinizione’

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Il consigliere provinciale lucio Rubano ha inteso scrivere una lunga lettera al nuovo commissario dell’Asl di Benevento, Testa, nella quale oltre a ritenere "doveroso da parte mia formularLe le congratulazioni per la nomina a Commissario della ASL BN1 e gli auguri di buon lavoro", affronta il nodo del delicato compito che attende il funzionario regionale, "in un ambito dell’amministrazione pubblica tanto importante quanto nevralgico a causa della situazione disastrosa in cui versa la sanità campana, conseguenza della cattiva gestione delle risorse che, nel corso degli anni, ne ha fatto scempio sino a ridurla nelle condizioni attuali. All’interno del Consiglio Provinciale, rappresento un territorio sul quale la mannaia dei tagli si è abbattuta con violenza inaudita. L’intendimento della Regione di procedere al ridimensionamento delle strutture per fronteggiare il dissesto economico della sanità, in base a parametri rigidi (?), ha, infatti, lasciato questa zona, già disagiata a causa della sua particolare morfologia, senza servizi sanitari. A Cerreto Sannita, dopo uno stillicidio durato qualche anno e in seguito alla spesa di qualche miliardo di vecchie lire per l’allestimento di un reparto di rianimazione mai entrato in funzione, l’ospedale “Maria delle Grazie”, è stato chiuso, così come, evidentemente, era stato previsto da tempo. Infatti, nel 2007, venne disposta la chiusura dei reparti di ostetricia, pediatria e ginecologia, perché il “Maria delle Grazie” non raggiungeva il traguardo virtuoso dei 400 parti all’anno. A nulla valse far rilevare alla Regione Campania che la provincia di Benevento è uno dei territori con la più bassa percentuale di natalità in relazione alla popolazione residente, e che per questo quel parametro non avrebbe potuto essere raggiunto. A nulla valse sottolineare che la chiusura di questi reparti, unici nella zona, obbligavano le puerpere dei paesi montani a recarsi a Benevento. Ancora a nulla valse denunciare l’inflessibile applicazione di questo parametro per l’ospedale di Cerreto, e l’intervento morbido, invece, su altre strutture, smaccatamente protette politicamente. E neanche servì dimostrare che addurre meri motivi economici non aveva alcun senso perché il nostro ospedale, visto il grosso bacino di utenza che serviva, era non solo produttivo, ma addirittura si autofinanziava".
"Meno di un anno fa, – prosegue Rubano – si è giunti alla chiusura dell’ospedale e, poiché nessuno ha avuto la bontà di spiegarci, con argomenti convincenti, il perché di questo epilogo, la spiegazione ce la siamo dati da soli.
Abbiamo capito che già dal 2007, l’ospedale di Cerreto aveva i giorni contati. La chiusura di quei reparti, infatti, determinando una diminuzione dei posti letto, ha costituito il presupposto negativo di un’ulteriore parametro per il quale gli ospedali con meno di 100 posti letto devono chiudere. Ergo, il nosocomio in oggetto, è stato chiuso per essere accorpato all’ospedale “Sant’Alfonso M. de Liguori” di Sant’Agata dei Goti, come previsto dal piano di riassetto organizzativo della rete territoriale ed ospedaliera posto in essere dall’ASL di Benevento.
Un accorpamento che ha penalizzato le popolazioni a monte, costrette ad affrontare un vero e proprio viaggio per recarsi a Sant’Agata, e avvantaggiato ulteriormente quelle a valle, vicine alla rete viaria principale, con tutti i benefici connessi alla loro diversa zona di residenza. L’ospedale di Sant’Agata dei Goti, poi, proprio in questi giorni, è sulle pagine della stampa locale, a causa del suo mancato funzionamento: per la carenza di personale e mezzi, a più di un anno dalla sua inaugurazione, il nosocomio è ancora molto lontano da una piena operatività.
Il motivo reale per cui, dunque, è stato chiuso l’ospedale di Cerreto, produttivo e rispondente alle esigenze di un grandissimo numero di cittadini per accorparlo a quello di Sant’Agata dei Goti, che non funziona, ancora devono spiegarlo a me, che mi faccio portavoce delle istanze dei cittadini e ai cittadini stessi.
Inoltre, in applicazione del decreto 49/20190, lo STI, che aveva sostituito il SAUT, che , a sua volta era stato concesso dopo la disgraziata decisione di togliere la Guardia Medica da Cusano Mutri, è stato trasferito presso l’ospedale dismesso di Cerreto Sannita, con la conseguenza che la Guardia Medica cui fare riferimento per i cittadini dei Comuni montani e pedemontani, si trova a una trentina di chilometri di distanza, a Solopaca.
Forse in un’altra parte della nostra regione, 30 chilometri non sono tanti, ma qui, mi creda, sono una distanza davvero considerevole.
Rivolgo a Lei l’invito che rivolsi al Suo predecessore: parta da qui per andare al presidio di continuità assistenziale oggi ubicato a Solopaca, o richieda l’intervento del medico di guardia e aspetti che arrivi: solo così potrà comprendere appieno il significato di questa distanza".
"Gentile Dottore – conclude il consigliere provinciale – , se, per principio, è ingiusto che i cittadini paghino per la scelleratezza di chi ha sperperato e dilapidato denaro pubblico, è davvero inconcepibile che decisioni e provvedimenti che devono adottarsi in nome del risparmio, si traducano nel depauperamento dei servizi in capo solo ad una parte dei cittadini. Ed è quanto si è verificato in questo territorio che non ha sofferto per la chiusura di uno o due ospedali, a fronte di un’offerta sanitaria più che valida e razionalmente distribuita, ma che si è visto privare di servizi essenziali, fondamentali, vitali e produttivi senza alcun motivo valido.
Da Lei e dal Suo lavoro non mi aspetto miracoli, ma nessuno si scandalizzerebbe se si procedesse a un riesame della situazione per valutare le reali necessità del territorio per addivenire ad una distribuzione più razionale dei servizi sanitari.
Nessuno si indignerebbe se a seguito di un’operazione non decisa a tavolino, ma studiata tenendo presente che la logica del risparmio non può e non deve tradursi nella pratica della “non giustizia” nei confronti di una parte dei cittadini, si addivenisse ad un riutilizzo dell’Ospedale di Cerreto Sannita e al ripristino della continuità assistenziale a Cusano Mutri".

 

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