Sindacati
Imeva, prosegue lo sciopero. L’azienda ritira la cassa integrazione ma i dipendenti chiedono certezze
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Doveva esserci questo pomeriggio un incontro in Confindustria sulla vicenda dei lavoratori dell’Imeva che, dal 22 marzo, dopo l’annuncio della cassa integrazione a rotazione per tre mesi, hanno dato vita ad un presidio permanente dinanzi i cancelli dell’azienda di Ponte Valentino che produce barriere per la sicurezza stradale.
Ma, il vertice è saltato perchè la dirigenza ha fatto sapere che “non ci sono più i presupposti per la cigo” comunicando anche “la ripresa dell’attività lavorativa a partire dall’8 aprile”.
Notizia che non ha per nulla soddisfatto i dipendenti. “Scelta unilaterale” – secondo i sindacati che hanno proclamato lo sciopero ad oltranza, chiedendo un incontro urgente con l’azienda.
“Il problema – spiegano – riguarda l’esternalizzazione di parte della produzione che l’Imeva affida ad aziende magari più piccole e a costi più bassi. Questo crea – dicono – una disparità tra i lavoratori, innescando una sorta di guerra tra i poveri”.
Nella società di proprietà della famiglia beneventana, Varricchio ci sono 108 unità interne e circa una quarantina di esterni delle cooperative.
Uno stabilimento con oltre 40 anni di storia, dove – raccontano – già sei anni fa, ci sono stati scioperi e manifestazioni sempre per la stessa questione mai risolta.
Nel frattempo, i lavoratori a turno presidiano il gazebo. Qui hanno trascorso le feste di Pasqua. Qualcuno improvvisandosi cuoco prepara da mangiare, in attesa di ritornare tutti al lavoro senza lo spettro di vedersi da un momento all’altro in cassa integrazione.