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Elezioni 2013, l’associazione “Generoso Simeone”: “Nessun voto è utile”

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“Per noi nessun voto è utile al raggiungimento del fine comunitario, ma solo funzionale agli interessi di quelli che Pound ha definito i ‘camerieri dei banchieri’. Ad affermarlo in una nota è l’associazione culturale Generoso Simeone.
“I ludi cartacei – spiega – si avvicinano e nella caoticità della rincorsa alle percentuali si rispolverano le ultime spallate demagogiche. Eppure l’Italia si è persa nella fluidità moderna senza trovare concrete opposizioni da parte di nessuno. Le idee sono state sepolte dalla lotta per l’esistenza che sembra essere l’unica preoccupazione di una civiltà imborghesita e immobile”.
L’associazione parla di “insensatezza dell’andare a votare senza rivendicare il diritto a partecipare proprio di un sistema democratico. Combattere l’anestesia democratica liberale – aggiunge – non vuol dire andare alle urne per compiere quello che chiamano tutti “il proprio dovere”, vuol significare piuttosto riappropriarsi della libertà di incidere concretamente sulla storia e quindi sulla politica, attraverso il passaggio fondamentale per l’ idea e quindi attraverso il progetto che la concretizzi”.
“Non accettiamo più elemosina, non regaliamo più silenzio assenso ad una classe di malfattori legittimati a parlare ed operare per conto di un popolo, poi di una nazione, seguendo esclusivamente il proprio interesse particolare.
Noi non crediamo più ai piagnistei e ai mea culpa; il risultato di anni di politica clientelare è sotto gli occhi di tutti ed è giunto il momento che qualcuno di questa catastrofe si assuma le proprie responsabilità.
Noi non abbiamo mai creduto e continuiamo a non credere nella buona fede di chi in parlamento ha votato per la morte del meridione e poi ne propaganda il suo sviluppo. Ci imbarazza chi cerca di far passare le proprie scelte particolaristiche e trasformiste per superamento degli steccati ideologichi, manifestando nei contenuti, ammesso che ce ne siano, la propria vera volontà immediabile.
Ci offende – conclude il comunicato – la desertificazione culturale mascherata dalla presunzione intellettualistica, figlia legittima del tecnicismo, che usa la flessibilità della scienza per i propri scopi di dominio politico sulle masse”.