CRONACA
Comune al lavoro sul “Salvaenti”. Gli scenari: a casa dopo le elezioni, se il Riesame non revoca la misura per il sindaco
Ascolta la lettura dell'articolo
E’ un momento difficile. E’ quanto si va ripetendo da oramai quattro giorni al Comune di Benevento.
Da quando cioè, l’inchiesta “Mani sulla città” ha in sostanza decapitato mezzo palazzo comunale. Con sei tra dirigenti e tecnici, due ex assessori e il sindaco colpiti da provvedimenti restrittivi con l’accusa a vario titolo di truffa, concussione e corruzione nella gestione degli appalti in città.
Accuse dalle quali ora tutti i protagonisti della vicenda stanno difendendosi. Negli interrogatori in carcere, come per l’attuale presidente del consiglio comunale ed ex assessore alle finanze, Luigi Boccalone che avrebbe fatto sapere di voler lasciare l’incarico e, per l’altro ex assessore ai lavori pubblici attuale consigliere di maggioranza, Aldo Damiano che pare abbia respinto tutti i capi d’imputazione.
Anche il primo cittadino, costretto dal provvedimento a dimorare fuori dalla città, in una lettera inviata agli organi di stampa ha voluto discolparsi: “Mai preso un euro da nessuno, né costretto qualcuno a votarmi” – scrive Fausto Pepe.
Intanto, a Palazzo Mosti l’amministrazione prova ad andare avanti. Consiglieri ed assessori, guidati dal vicesindaco Raffaele Del Vecchio lavorano a quella che è oggettivamente riconosciuta anche dall’opposizione come una priorità.
Portare entro il 10 di febbraio in consiglio comunale il piano di rientro pluriennale per sanare gli oltre 30milioni di debito. Piano che una volta licenziato dall’assise e passato al vaglio della Corte dei Conti e del Viminale consentirebbe al Comune di Benevento di aggrapparsi al decreto legge 174, il “Salvaenti” per evitare il dissesto finanziario.
In Commissione finanze si preparano le carte limando, aggiustando il testo. La situazione è piuttosto complessa perchè mancando anche il dirigente al ramo, Lanzalone, anch’egli colpito da misura cautelare, a coordinare e organizzare il lavoro ci sono un altro funzionario, Marilena Colucciello ed il segretario comunale, Orlacchio.
In attesa di riunire il consiglio, in maggioranza si fa la conta dei numeri.
“Senza Boccalone, Damiano e Pepe siamo 17. Per l’approvazione non ci dovrebbero essere problemi a patto che non venga meno qualcuno e dall’opposizione come pare abbiano già garantito assicurino il numero legale anche se poi si asterranno”.
E’ questo il ragionamento che si starebbe seguendo, secondo le voci che circolano nella sale del potere.
Ma, su tutto incombe l’inchiesta. Se i giudici del Riesame dovessero rigettare la richiesta di revoca dell’obbligo di dimora fuori città per il primo cittadino, allora potrebbero andare tutti a casa subito dopo le elezioni di febbraio.