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Valle Telesina

Politiche meridionali. Pengue: “Grande Sud è già un passo avanti”

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“Con il governo Monti la situazione per il Sud non è certamente migliorata: anzi, il Mezzogiorno d’Italia è stato proprio dimenticato. Si è occupato prevalentemente dell’Italia che ancora va, ma poi ha colpevolmente dimenticato che c’è un pezzo attaccato, il Mezzogiorno, appunto, che si sopporta. E questo è un errore disastroso. Perché è evidente che le realtà che hanno il margine di sviluppo più elevato sono proprio quelle che stanno più indietro”. Ad affermarlo è Raffaele Pengue, coordinatore Valle Telesina “Grande Sud.

“Oggi, il Sud – spiega Pengue – ha bisogno di decisioni proprie, non di decisioni importate dall’Europa o subite dalle banche e dagli speculatori che continuano a proliferare. Deve ritrovare se stesso ed i propri valori. Purtroppo, con un Parlamento a trazione nordica, la presenza meridionale negli ultimi governi (a parte pochi volenterosi) è stata di rappresentanza o poco più; nel Paese le grandi banche continuano ad essere tutte settentrionali o centro-settentrionali, come i dirigenti delle grandi aziende di Stato (Eni, Ferrovie dello Stato, Terna, autostrade, Poste, Finmeccanica… ne fa l’elenco Giovanni Floris in Separati in Patria); l’editoria nazionale è quasi esclusivamente del Nord; la Confindustria, prevede, nella sua dirigenza, una quota di meridionali prossima allo zero”.

“Pensiamo solo a cosa sarebbe, dove sarebbe, oggi, l’Italia, – aggiunge – se in tutti questi decenni non avesse sprecato il Mezzogiorno d’Italia? Se non avesse costretto alla fuga, in un secolo, tredici, forse venti milioni di meridionali? Ne parla Pino Aprile in Giù al Sud: gente diventata carne e valore di altre nazioni. Pensiamo solo a cosa sarebbe oggi il nostro Paese, se invece di costringere la gente meridionale alla fuga, l’Italia si fosse avviata verso il futuro e la competizione con altri Paesi, con tutta la forza delle economie e della gente del Nord e del Sud.

Dove sarebbe oggi l’Italia? Che Paese avremmo, se i trasporti, le Ferrovie corressero pure al Sud e non solo al Centro-Nord; le autostrade rendessero raggiungibile velocemente pure il Sud; gli aeroporti non fossero talmente tanti al Nord, da risultare a volte inutili, e così pochi al Sud, da rendere irraggiungibili interi territori; se il credito e i servizi bancari avessero lo stesso costo in tutto il Paese e non tariffe più alte per servizi peggiori al Sud; se il Mezzogiorno non fosse la più grande area europea senza grandi banche; se le fonti energetiche, il petrolio, l’elettricità prodotta al Sud costasse almeno quanto al Nord, dove viene dirottata, e non di più”.

“Pensiamo solo a cosa sarebbe, dove sarebbe l’Italia, se fosse stata equa? Oggi, qualsiasi cosa il Sud debba fare, deve chiederla a un settentrionale. Contro questa deriva, pare ergersi, grazie all’azione costante sul territorio di Grande Sud, un risveglio di identità meridionale che può rivelarsi salvifico per l’intero Paese. Ecco, è da questa presa di coscienza, da questa “distonia”, che la politica meridionale deve ripartire”.

“Grande Sud” – conclude Pengue – è già un passo avanti. È pronto a rappresentare al meglio l’intero Mezzogiorno, la Campania, il Sannio, impegnandosi seriamente per un vero rilancio del Sud, facendo la propria parte nel grande sforzo di portare il nostro martoriato territorio fuori dalle secche della crisi, nell’interesse dei cittadini, di tante persone che vivono al Sud e lo fanno in grande difficoltà. Perché a loro occorre dare risposte, a loro occorre portare “risultati”.

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