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Occupazione nelle scuole. Lucio Lonardo ha sporto denuncia per interruzione di pubblico servizio

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In una lettera inviata a Procura della Repubblica, Prefetto, Questore e Comandante dei Carabinieri di Benevento, Lucio Lonardo, noto come presidente dell’Asia, ma in questo caso in veste di padre ha sporto denuncia contro ignoti per interruzione di pubblico servizio.
La questione riguarda l’occupazione che dal 23 novembre scorso ha interessato anche l’istituto frequentato dal figlio 14enne, il Liceo scientifico “Rummo”. Interruzione di pubblico servizio che secondo quanto scrive Lonardo “impedisce il corretto svolgersi delle lezioni ed è è in violazione dell’articolo 9 della Costituzione”.
“Inoltre – si legge poi nella missiva – Lonardo chiede di essere informato sul corso delle indagini onde, successivamente, poter procedere a richiesta risarcitoria, con la costituzione di parte civile, nei confronti dell’Ente Provincia, gestore dell’immobile, per non aver saputo garantire la frequenza dello stesso in assoluta sicurezza e nei confronti dei presunti autori del reato in oggetto per aver vanificato l’impegno economico impiegato per il pagamento di tasse scolastiche, libri e istruzione extra-moenia”.
Lonardo spiega anche le motivazioni che lo hanno spinto a presentare la denuncia: “la necessità – dichiara – che la Società in cui viviamo e agiamo abbia garantite i servizi pubblici essenziali, quali appunto la possibilità di accedere agli Istituti scolastici che si è deciso di frequentare, mi hanno indotto ad inoltrare, per palese violazione di tali principi essenziali del vivere civile, l’esposto-denuncia agli Organi competenti per territorialità.
Ritengo che la Scuola sia e resterà il punto di riferimento di ogni generazione che si rinnova, con il compito di insegnare ad ogni studente le potenzialità del proprio intelletto stimolandone la capacità di discernimento consegnando a tutti la propria chiave di ingresso al meraviglioso mondo della conoscenza nell’interesse più generale della comunità.
E’ indubbio, che proprio per queste motivazioni, essa vada difesa quando sia sotto attacco di leggi o decreti non condivisibili sia da parte dei fruitori, gli studenti, come da parte delle loro famiglie e del corpo docente, a secondo di quali siano i diritti lesi in maniera più o meno presunta, ma è inacettabile che per difenderli si ledano quelli degli altri”.