Sindacati
Manifestazione della scuola. Donnarumma (Gilda): “Lo sciopero è il mezzo, non il fine”

Ascolta la lettura dell'articolo
Nota di Colomba Donnarumma, coordinatrice provinciale della Federazione Gilda-Unams, in merito alla decisione di sospendere lo sciopero della scuola in programma a Roma il 24 novembre.
“C’è una grande differenza – si legge nella nota inviata – tra i partiti politici ed i sindacati: gli uni devono organizzare il consenso secondo una propria visione della società e quindi la conseguente gestione dello stato; gli altri, i sindacati, devono tutelare i propri assistiti.
La tutela è relativa al raggiungimento di migliori condizioni economiche e lavorative, nonché normative. Fatta questa doverosa premessa, soprattutto per non confondere il piano politico con quello sindacale, esaminiamo i fatti che hanno condotto alla sospensione dello sciopero della scuola indetto per il 24 novembre scorso.
La Gilda , insieme a CISL, UIL e SNALS, alla metà di ottobre rompeva le trattative con il Governo relativamente al recupero degli scatti di anzianità ed il 24 ottobre proclamava lo sciopero con manifestazione per il giorno 24 novembre . Di lì a poco, il Governo inseriva nel disegno della legge di stabilità l’aumento dell’orario di insegnamento a 24 ore senza aumento stipendiale. La situazione si faceva grave.
La CGIL, che aveva da sola scioperato il 12 ottobre, – prosegue la nota – chiedeva il 21 ottobre dapprima di partecipare solamente alla manifestazione che si sarebbe tenuta a Roma in Piazza del Popolo insieme alla Gilda e gli altri, quindi proclamava anch’essa lo sciopero per il 24 novembre. Veniva redatto un documento comune a tutti i sindacati con le seguenti richieste: emanare l’atto di indirizzo per il recupero dell’anzianità (scatti); cancellare le norme della legge di stabilità che intervengono sull’orario e sulle normative contrattuali (24 ore).
Venivano indette subito assemblee unitarie in tutte le scuole della nazione per il 13 novembre, per illustrare le motivazioni comuni dello sciopero. Sempre la CGIL da sola (rompendo così l’unità sindacale e provocando grande confusione nelle scuole) indiceva lo sciopero generale del 14 novembre, che coinvolgeva anche la scuola per l’intera giornata e le altre categorie del pubblico impiego per le prime quattro ore.
Nel contempo la grande mobilitazione creata produceva i suoi effetti. Infatti, il Governo il giorno 22 ritirava la proposta dell’aumento a 24 ore dell’orario dei docenti ed emanava anche l’atto di indirizzo per gli scatti (più soldi in busta paga e per giunta pensionabili).
Una vittoria su tutta la linea, impensata ed impensabile considerato i precedenti dinieghi, sicuramente frutto della grande protesta che la Gilda aveva avviato , trascinando anche gli altri sindacati. E le altre questioni oggetto di forte dibattito nel mondo scolastico? La trattenuta abusiva del 2,5 % per il TFR e il d.d.l. Aprea? Risolte anche queste.
Gli assunti prima del 2005 – continua – sono ritornati al TFS (vecchia buonuscita), per cui la contestata trattenuta diventa legittima. Anche il d.d.l. Aprea, un pericoloso e silente attacco alla scuola statale, cadeva il giorno 22 novembre. Infatti il disegno di legge veniva affidato alla VII Commissione Cultura del Senato senza potere deliberante, ma solo referente. Tecnicamente un binario morto, almeno per questa legislatura.
Ed è appena il caso di ricordare che la Gilda nell’Assemblea dei delegati del settembre scorso aveva rivolto un pressante appello a tutto il mondo politico, affinchè non si procedesse alla sua frettolosa approvazione anche in Senato nella VII Commissione Cultura con potere deliberante, così come era già avvenuto alla Camera.
In questo nuovo scenario non c’erano più i motivi originari per fare sciopero. Continuare sarebbe stato solo uno sciopero politico. Per carità, si sarebbe anche potuta operare questa scelta, come ha fatto la CGIL, ma la Gilda ha ritenuto di non farlo, perchè il Governo è a poco più di tre mesi dalla scadenza del proprio mandato e non sappiamo, con le Primarie in corso, quali saranno i candidati e gli schieramenti che si proporranno alla guida della nazione.
La mobilitazione comunque continua, – conclude Donnarumma – poiché la scuola è senza il contratto dal 2009 e la politica economica di austerità la ha massacrata. Aspettiamo, dunque, di conoscere a chi rivolgere le nostre istanze, visto che il Governo Monti è alle battute finali e, se sarà necessario, faremo sciopero.
Crediamo che uno sciopero preventivo non serva proprio, anzi può solo creare inopportune divisioni all’interno della compagine sindacale. Lo sciopero è il mezzo e non può mai essere il fine. E a chi fa demagogia opponiamo serietà e concretezza dei risultati”.