ECONOMIA
Bilanci dissestati: Arpaia e Apice nella mappa del Corriere della Sera

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Ci sono anche Apice e Arpaia nella mappa pubblicata dal Corriere della Sera in merito ai comuni italiani ancora in dissesto. Nel calcolo riportato dal quotidiano nazionale, che ha come fonte la Corte dei Conti, sarebbero 37 i comuni a rischio default: dodici soltanto in Campania, dove si segnalano le difficoltà di Caserta, Casal di Principe, Succivo, Castel Volturno, Baia e Latina, San Gregorio Matese, Roccamorfina, Montecalvo Irpino, Volturara Irpina e Lauro.
Tra i grandi comuni dove i bilanci faticano a stare in piedi – si legge nell’articolo – c’è anche Napoli che si regge grazie a 3 miliardi di residui attivi, in gran parte vecchie multe che non sono state incassate e forse non lo saranno mai.
Secondo il decreto approvato giovedì scorso dal Governo Monti – continua l’articolo firmato dal gionalista Lorenzo Savia – non si può ricandidare chi è stato giudicato responsabile per il dissesto finanziario dell’ente che amministarva.
In realtà – prosegue il testo – la norma già c’era da un anno, il governo ha aggiunto una “multa” che può arrivare fino a venti volte lo stipendio guadagnato all’epoca dei fatti. E il suo valore si limita al deterrente. Per far scattare l’incandidabilità è necessaria però la condanna della Corte dei Conti, anche solo in primo grado, per dolo o colpa grave.
A completare la mappa del Corriere della Sera, c’è anche la classifica delle Regioni con il maggior numero di enti dissestati dal 1989 all’agosto 2012. Al primo posto la Calabria con 131 enti, che si contende il primato con la Campania (121). Medaglia di bronzo al Lazio, molto più indietro, fermo a quota 43.