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POLITICA

Riordino province. De Angelis (Upi): “Da Conferenza miopia e arroccamento”

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“Sono stanco di assumere il ruolo di cassandra della situazione. Ancora una volta la regione e gran parte della Conferenza permanente hanno dimostrato miopia e arroccamento”. E’ quanto sottolinea, in una nota, il delegato nazionale dell’Upi per il riordino territoriale, Carmine De Angelis, che si dice “deluso dell’esito della conferenza odierna Regione-Autonomie locali”.

“Nessuna proposta – ha spiegato il delegato dell’Unione Province Italiane – è corrispondente al dispositivo normativo, semplici dichiarazioni al limite del comico. Chiedere una deroga per Benevento in virtù della specificità economica e morfologica?”. 

“In un momento di forte disaffezione della politica, dentro un processo di assunzioni di responsabilità, – dice ancora il docente di diritto pubblico – abbiamo dimostrato di non saper leggere i bisogni reali, di rinchiuderci in una torre eburnea, come se nulla accadesse all’esterno.

Ribadire lo status quo, a due giorni da un decreto taglia-province, significa sostanzialmente certificare la totale inadempienza della Regione Campania. Una Regione, che ammaliata dalle smaniose richieste di sopravvivenza di Cimitile e ‘ubriaca’ dai discorsi fumosi e ‘iperuranici’ del vice governatore, non ha compreso lo spirito e le intenzioni del riordino”.

“Personalmente, sin dall’inizio della conversione in Senato del decreto sulla spending review, – ha aggiunto – ho avvertito dei rischi chiari ed evidenti per la Provincia di Avellino. Mi sono attivato per elaborare un progetto realistico e non desiderabile che contemperasse le esigenze di riduzione e le specificità territoriali”.

“La proposta di una provincia duale, unica e conforme al dettato governativo, – ha concluso il delegato nazionale per il riordino territoriale dell’Upi – ha trovato resistenze e confermato la miopia di una classe politica anacronistica, senza sguardo progettuale.

Non ci resta, dopo i numerosi scippi istituzionali, che subire un doppio smacco: accorparsi pur avendo i requisiti e, al contempo, perdere il capoluogo. Triste destino per una Provincia già troppo sacrificata all’altare dei Soloni della politica”.

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