Valle Caudina
Sel:”La frana di Sant’Agata dè Goti il simbolo della situazione italiana”
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Il Segretario Cittadino Giuseppe Maddaloni comunica che a seguito di una riunione il direttivo del circolo di Sel di Sant’Agata dè Goti ha licenziato il seguente documento inerente la situazione della frana provinciale SP 111 Sant’Agata de’ Goti-Frasso, avvenuta il 15 Agosto, e che rischia di essere lo specchio della fase storica che sta attraversando il nostro paese.
“La strada è di competenza di un Ente (la Provincia di Benevento)- si legge nel documento – in agonia per scelta degli ultimi due governi, senza che si sia chiarito, oramai da più di un anno, chi e come debba prendere le competenze La politica depressiva di tagli indiscriminati agli enti locali scelta dal governo Monti su diktat del Fondo Monetario Internazionale e delle agenzie di rating, allunga in maniera inaccettabile i tempi d’intervento degl’enti di prossimità (comune e provincia) su vicende, come quella del ripristino della SP111 compromettendo in maniera diretta i diritti dei cittadini. 14 km in più pari a 1 litro e ½ di benzina (3,00€) per ogni viaggio rappresentano un costo vivo insostenibile per gli abitanti di Sant’Agata che debbono raggiungere l’ospedale o le frazioni di Laiano, Faggiano, San Pietro, San Silvestro! Indebitare lo stato per coprire i buchi di bilancio delle banche salva l’economia del paese? Le famose “grandi opere” sviluppano il paese o favoriscono solo gli affari di banche e costruttori? (Ponte sullo stretto, Alta Velocità, Inceneritori ed Aeroporti….)”.
Il Circolo SEL di Sant’ Agata de’ Goti chiede quindi che sia salvaguardata l’autonomia della provincia di Benevento e che quest’ultima sia messa in condizione di rispondere in maniera efficace sulla gestione del territorio e alle sue emergenge. Al Ministro dello Sviluppo Economico chiede di finanziare le opere che servono ad abbassare i costi dei prodotti e de servizi e non quelle che favoriscono speculazioni finanziarie e disastri ambientali. In fine alle forze politiche che sostengono il governo Monti di dire “finalmente qualcosa” a fronte di un anno di passività nei confronti di un governo tecnico che applica ricette iper-liberiste e depressive (come dimostra la cura imposta alla Grecia).