CRONACA
Gole di Caccaviola, tratta in salvo all’alba la coppia di escursionisti francesi
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E’ stata tratta in salvo all’alba la coppia francese di escursionisti rimasta intrappolata lungo il percorso avventura delle Gole di Caccaviola, tra Cusano Mutri e Pietraroja, in provincia di Benevento. L’uomo, rimasto ferito ad una caviglia, e la donna, sono stati raggiunti, dopo diverse ore, dai soccorritori in una zona impervia del percorso.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco, gli uomini del soccorso Alpino e i sanitari del 118 che dopo le prime cure al ferito, lo hanno trasportato a spalla in barella ripercorrendo a ritroso il lungo e impervio tragitto.
Erano le quattro di questa mattina quando gli uomini del Corpo Nazionale Socorso Alpino sono riusciti a mettere in salvo definitivamente i due escursionisti francesi, Jean Jacques Blessé di 57 anni, ferito ad una gamba, e Milene Grilly, rimasti intrappolati da ieri nel percorso avventura delle Gole di Caccaviola, tra Cusano Mutri e
Pietraroja, in provincia di Benevento.
Intorno alle due, a bordo di un elicottero dell’Aeronautica militare, è giunta dalle Marche anche il medico speleologo Gigliola Mancinelli, che ha coordinato i soccorsi medici per il turista ferito e rimasto appeso ad una corda. Per tutta la notte le tre squadre di speleologi, coadiuvate dai vigili del fuoco e dai carabinieri, hanno lavorato per mettere in salvo Blessé.
“E’ stata un po’ dura – commenta Berardino Bocchino, che ha coordinato le squadre del Soccorso Alpino – in quanto le Gole di Caccaviola sono tra le più imponenti ed importanti del Sud Italia. Dopo aver raggiunto il ferito nella tarda serata di ieri siamo riusciti ad immobilizzarlo e ad attendere le altre squadre col medico per portarlo a spalla in barella attraverso le gole”.
Blessé, ferito ad una gamba, è stato trasportato a bordo di un’ambulanza presso l’ospedale Fatebenefratelli di Benevento per essere sottoposto alle cure dei sanitari. “Ringrazio tutti per quello che avete fatto per me”, ha detto.
caiazza domenico
29 Mag, 2017 a 15:31
Bene per tempestività ed efficacia dei soccorsi. Grazie ai volontari del Soccorso.
Tuttavia gli incidenti stanno diventando troppo frequenti: forre, pareti, vette, grotte non sono per tutti, ma solo per coloro che hanno equipaggiamento e caratteristiche psico-fisiche adeguate all’impegno: esperienza, fisico allenato ed in forma, prudenza.
Non tutti possiamo tutto!
e chi si comporta in modo inadeguato mette a repentaglio se stesso e gli uomini del soccorso, chiamati a rimediare in fretta ed a proprio rischio non solo alle sciagure fortuite ma anche alle altrui imprudenze.
Si rammentino i poveri volontari dell’elisoccorso deceduti in Abruzzo, per recuperare uno sciatore, che si sarebbe potuto recuperare con una motoslitta.
Pazienza per sprovveduti escursionisti e cercatori di funghi, ma dove ci sono percorsi organizzati in ambienti rischiosi ci dovrebbe essere un responsabile che in casi dubbi con un colloquio valuti forma fisica e l’esistenza di sufficienti attitudini. Soggetti che all’anamnesi risultino a rischio (asmatici, cardiopatici, claustrofobici, allergici, obesi) o privi di ogni esperienza adeguata, dovrebbero essere invitati a desistere, o a stipulare un’assicurazione che indennizzi chi interviene a rimediare all’altrui inadeguatezza organizzativa o imprudenza.
Non è questa una discriminazione: nessuno sano di mente lancerebbe in mare chi non sa nuotare o non è in forma adeguata alle circostanze. Riflettiamo ed agiamo di conseguenza.