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Salute

Allarme centri dialisi in Campania. Si rischia lo stop delle terapie nei prossimi mesi

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Allarme per i 114 centri privati di emodialisi della Campania. Il credito vantato con le Asl è di oltre 200 milioni di euro che significa mancati pagamenti per fornitori e dipendenti e il rischio, per tanti pazienti emodializzati, di restare senza un servizio salvavita nel pieno dell’estate.

A denunciare lo stato di emergenza è il presidente dell’Associazione regionale campana ambulatori di emodialisi (Arcade), Giulianna Fusco, che unitamente al presidente dell’Unione Industriali Sezione Sanità, Giovanni Severino, ha inviato una lettera al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e al sub commissario ad acta per il piano di rientro sanitario, Mario Morlacco.

 Nella missiva, le associazioni denunciano che i Centri Dialisi regionali, a causa delle inadempienze e dei ritardi delle istituzioni competenti, attraversano una fase di gravissimo disagio che si ripercuoterà sulla prosecuzione delle attività di erogazione delle prestazioni salvavita.

Ad oggi, infatti, sono circa 4600 i pazienti campani affetti da malattia renale cronica, che necessitano della dialisi. Un problema serio, dunque, che riguarda anche il Sannio.

Sul territorio locale sono sette i centri privati di emodialisi che garantiscono le cure a 200 pazienti, per un totale di oltre 28mila prestazioni annue erogate e 4,5 milioni di debiti da parte dell’Azienda Sanitaria Locale.

“Le prestazioni sanitarie – ha spiegato ai microfoni di Ntr24 il presidente dell’ARCADE, Giulianna Fusco – vengono erogate con dei contratti che l’Asl stipula con le varie strutture. Nel 2011 sono stati firmati contratti che impegnavano sia i centri dialisi a fornire cure ai dializzati che le Aziende Sanitarie a pagare con delle modalità precise – a 60 giorni – l’85% del fatturato. Il rimanente 15% doveva invece essere saldato entro marzo 2012”.

“Ad oggi, però, – ha aggiunto – l’Asl ha versato solo degli acconti fino ad ottobre 2011. Dovrebbe infatti essere saldato non solo il conto dell’anno scorso, ma anche essere pagati i costi sostenuti dai centri nel periodo gennaio-giugno 2012”. Una situazione gravissima, che non riguarda soltanto i mancati pagamenti pregressi, ma che rischia soprattutto di compromettere il servizio sanitario ai malati nei prossimi mesi.

“Essendo una terapia indifferibile, – continua la referente Arcade – i centri hanno continuato fino ad oggi a lavorare per i pazienti. Ora non si hanno più le risorse economiche per acquistare materiale e aggiungere altre spese relative al periodo estivo. Il personale, che già spesso viene pagato in ritardo o con acconti, non può continuare a lavorare per la gloria. Gli stessi fornitori non vogliono continuare a fare credito”. “Le strutture – conclude Giulianna Fusco, sottolineando di aver già avvertito l’Anerc (Associazione Nefropatici e Trapiantati Regione Campania) – rischiano di non poter continuare a erogare servizi. Sarebbe un grave danno non solo per le imprese, ma soprattutto per gli ammalati”. (Giam. Fel)

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