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POLITICA

Molinara, intervista al neo sindaco Giuseppe Addabbo

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Un successo inaspettato sì, ma solo nei numeri. Esordisce così il nuovo sindaco di Molinara, Giuseppe Addabbo. La sua vittoria nell’ultima tornata elettorale ha rappresentato una delle poche sorprese dei verdetti nei nove comuni sanniti al voto: con 627 voti e una percentuale del 50,11%, infatti, ha battuto la concorrenza dei più quotati candidati Cirocco e Girolamo, appoggiati indirettamente da Udeur e Pd. Ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista, 36 anni, Giuseppe Addabbo ha parlato ai microfoni di Ntr24 discutendo di obiettivi futuri, Fortore e possibili collocazioni politiche.
 

Sindaco Addabbo, perché non è stata una vittoria inaspettata?
Inaspettata proprio no. Indubbiamente era una competizione difficile con diverse difficoltà: dietro una lista c’era infatti una maggioranza uscente appoggiata dall’Udeur, da sempre molto forte nel Fortore, mentre dietro l’altra c’era il circolo cittadino del Partito Democratico. Faccio questa differenza particolare perché godevo dell’appoggio del consigliere regionale Pd Umberto Del Basso De Caro, il quale più volte ha dimostrato attenzione e affetto nei miei confronti. Nonostante ciò, credo sia un successo inaspettato nei numeri: 627 voti totali e 283 di vantaggio sull’amministrazione uscente. Nemmeno il più positivo dei miei avrebbe immaginato un tale risultato.
 

Quali le caratteristiche che hanno contraddistinto la sua lista civica “Agorà”?
Sin dall’inizio ho evidenziato un aspetto fondamentale: la rottura rispetto al quadro amministrativo del passato, intesa non come contraddizione a priori ma come esigenza di cambiamento. A Molinara, infatti, la maggioranza era chiusa in se stessa e non comunicava con la cittadinanza, mentre l’opposizione era da tempo del tutto inesistente.
 

Qual è la sua idea di amministrazione?
La mia filosofia amministrativa si basa su quattro principi. Un’amministazione comunale, prima di fare proclami o programmi, deve portare avanti 4 concetti: trasparenza, partecipazione, merito e regole. Trasparenza nel mettere al corrente la popolazione di tutte le scelte fatte dal Comune, partecipazione come coinvolgimento della gente alle attività realizzate, regole come capisaldo di una democrazia, merito nel riconoscimento delle competenze.
 

Quali le priorità del suo programma?
A cinque giorni dall’elezione, è un po’ difficile parlare di priorità. Sono convinto che i primi cento giorni servano per stabilizzare il paese. Tuttavia, non ho voglia di fare proclami: abbiamo delle idee importanti e vogliamo metterle in pratica al più presto. Come ho già detto in precedenza, invece, una delle questioni fondamentali da risolvere riguarda la distribuzione dell’acqua. Negli ultimi quattro anni, il paese ha avuto problemi molto gravi per quanto concerne la distribuzione idrica e ora siamo già a lavoro per garantire un servizio efficiente alla popolazione. Un altro aspetto fondamentale riguarda inoltre il problema economico-finanziario in cui versa il comune, che risente anche di una crisi generale di tutto il territorio. Anche su questa situazione, dobbiamo fare attenzione e valutare bene il da farsi. Infine, la capacità di garantire tutti i servizi ai cittadini.
 

Quanto è importante invece la capacità di recepire fondi per la crescita del territorio?
Uno degli aspetti prioritari è quello di intercettare fondi e tutte le possibilità finanziarie che sono a disposizione. Purtroppo, negli ultimi anni Molinara ha avuto ben poco o quasi niente per quanto riguarda le misure Psr. Queste sono carenze che non possiamo permetterci in quanto il paese, come tutta la zona del Fortore, non naviga nell’oro.
 

Da sempre si parla di Fortore abbandonato dalle istituzioni. Che idea si è fatto a proposito della questione?
Il Fortore è un’area depressa, in piena desertificazione naturale e umana. E’ una delle zone dove negli anni sono state applicate tante terapie dalle classi politiche e dalle istituzioni, ma sono state tutte cure fallimentari. Questa situazione si è verificata perché la classe politica ha badato sempre al proprio interesse e non a quello collettivo. Il Fortore, d’altro canto, non ragiona come comprensorio, ma fa prevalere logiche individuali rispetto ad altre aree della provincia sannita. Noi dobbiamo invece essere bravi ad acquisire la capacità di ragionare come territorio e non come singoli paesi. Bisogna pensare in questa ottica e fare un grande sforzo tutti insieme.
 

Quali le idee per rilanciare il territorio?
Bisogna rilanciare l’idea di unione del territorio, che ha una vocazione prettamente agricola e artigianale. Un territorio che va valorizzato soprattutto per quello che è e non per quello che vogliamo farlo diventare. Questo è stato l’errore più grande della vecchia classe politica. Facciamo leva sull’agricoltura ma puntiamo anche sul settore energetico. In passato, ho criticato molto l’invasione nella nostra zona delle varie società che operano nell’eolico: credo, infatti, che le energie rinnovabili debbano diventare una risorsa soprattutto per i cittadini e non solo per le aziende. Dobbiamo dunque invertire questa tendenza.
 

Da sempre uomo di sinistra ed ex segretario provinciale di Rifondazione, vede una sua prossima collocazione nel Pd?
In questo momento non ho ancora valutato questa possibilità. Grazie all’esperienza per anni come segretario provinciale di Rifondazione Comunista, ho coltivato ottimi rapporti con altri rappresentanti di partito. Rapporti che poi comportano delle belle amicizie dal punto di vista culturale e politico. Indubbiamente sono una persona di sinistra, con ideali di sinistra, ma nel momento in cui mi sono dimesso da segretario provinciale di Rifondazione, non ho lesinato critiche. Ho riscontrato nella sinistra, infatti, la perdita del contatto con la realtà e con la società nuda e cruda. I partiti erano oramai avvitati su se stessi e questa crisi ha coinvolto successivamente anche il centrodestra. Questo concetto mi ha spinto negli ultimi due anni a ragionare e a mettere in piedi il gruppo della lista civica “Agorà” con l’obiettivo di parlare alla gente, garantendo coinvolgimento e partecipazione. Una collocazione partitica ci sarà sicuramente: guardo con interesse a quello che succede nel Partito Democratico.

Sindaco Addabbo, concludendo, potrebbe essere valida anche l’ipotesi Terzo Polo?
Non escludo niente. Credo però che il momento di confusione dal punto di vista nazionale, si ripercuota poi anche sul piano locale. Per questo, non sono molto convinto del ruolo e delle posizioni che hanno assunto in questo momento i partiti in campo. Sto ancora valutando in quanto la scelta non può essere precipitosa: vivere la politica con passione significa ragionare e capire qual è la decisione più giusta da prendere.
 

Giammarco Feleppa
 

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