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L’immigrazione è stato il tema del primo incontro di “Oltre le opposte convergenze”

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“Oltre le opposte convergenze, esperimenti di (r)esistenza politica” ha affrontato nel corso del suo primo dibattito, uno dei temi più caldi del vivere sociale: l’immigrazione. Promosso dall’associazione culturale "Generoso Simeone" in collaborazione con Guido Bianchini, l’incontro ha visto confrontarsi diversi relatori chiamati ad esprimere le loro riflessioni, frutto di studi universitari, di letture private, di percorsi ed esperienze di vita.
Gabriella Goglia, studentessa universitaria della LUISS, per la facoltà di Scienze politiche, ha dato inizio all’incontro spiegando alla platea come il nostro parlamento si è mosso in materia di Immigrazione e quando il dibattito in Italia è divenuto soltanto un dibattito politico e non più sociale.
L’interessamento delle varie regolamentazione che si sono succedute dal 1973 hanno ragionato sull’asilo politico, sul contenimento dei flussi in Italia, sulla espulsione, sulla regolamentazione, ma non hanno mai tenuto conto del problema reale per la Nazione Italia e per la Nazione patria degli immigrati stessi.
Lo scrittore Giuseppe Giaccio descrive invece come destra e sinistra si siano poste nei riguardi dell’immigrazione politicamente. Cita le inchieste fatte da Engles alla fine dell’ottocento sullo sfruttamento lavorativo della classe operaia e il diario di Toqueville sulle modalità di sfruttamento dell’operaio inglese, per far capire il quadro da tener bene in vista quando si parla di sfruttamento della forza lavoro dell’immigrato.
Giaccio non è ottimista riguardo le opportunità future offerte dalla politica, una politica governativa che a destra come a sinistra è liberale e gode i benefici dello sfruttamento dell’immigrazione.
A chiudere il primo incontro della rassegna, Guido Bianchini con un intervento sul concetto di straniero. Bianchini è laureato in filosofia Teoretica, amante della sociologia.
Parte dalla Grecia, dal concetto di Barbaro, di diverso, una diversità che viene spesso recepita come pericolo per una comunità di simili, ma che invece potrebbe essere una opportunità.
“Dialogare non è annullare le differenze ma accettare le convergenze”. Con questa citazione Bianchini chiude il suo intervento.