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Dopo le discariche, nel Sannio è l’ora del fuoco?

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Il Sannio terra di rifiuti. Il destino delle zone interne come sede per lo smaltimento dell’immondizia partenopea, ma non solo, sembra essere marchiato a fuoco nelle stelle o nelle stanze di Palazzo Santa Lucia. Nelle intenzioni del Governatore Stefano Caldoro infatti si fanno strada nuove proposte per “valorizzare” le zone interne della Regione. Se per il momento non si parla di aperture di nuove discariche, sebbene la nuova legge nazionale ponga paletti precisi per il conferimento fuori regione dei rifiuti, gettando nella preoccupazione più totale i presidenti delle 5 province campane, proposte “più calde” per lo smaltimento dei rifiuti coinvolgono il Sannio e l’Irpinia.
Il verde entroterra nel prossimo futuro potrebbe ospitare impianti di trattamento termici dei rifiuti solidi urbani, ossia quelli che vengono comunemente chiamati termovalorizzatori o inceneritori.
E’ quanto si evince dalla delibera della Giunta Regionale n. 91 del 6 marzo 2012, che aggiorna il piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Anche se non stabilisce espressamente le zone di locazione di questi impianti, con la tavola di sintesi L-05, la delibera lascia pochi margini all’interpretazione.
La delibera 91 introduce dei vincoli per gli impianti di trattamento termico legati alla tutela della qualità dell’aria, stabilendo che “gli impianti di trattamento termico dei rifiuti solidi urbani, previsti nel piano, ad eccezione di quelli espressamente individuati da norme di legge, non possono essere ubicati nelle aree classificate come zone di risanamento ai sensi del vigente Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria. La presente norma disapplica qualsiasi altra disposizione, tabella o cartografia con essa in contrasto”.
E per capire quali siano queste zone, dove per operare un risanamento della qualità dell’area non si possono allocare termovalorizzatori, allegata alla delibera regionale c’è una cartina della Regione Campania.
Colorate di rosso le zone dove sussistono vincoli per il risanamento della qualità dell’area e nelle quali quindi non sarà possibile realizzare impianti di trattamento dei rifiuti a caldo. Questa grande macchia purpurea va sfumando, facendo emergere il bianco, man mano che dalla zona costiera ci si sposta verso l’entroterra. Nelle province di Benevento ed Avellino, terre verdi, di prati e di boschi, la colorazione della cartina cambia. Il bianco prevale e di rosso ci sono solo piccoli pois irregolari. Tra queste macchie vermiglie anche il comune di Benevento. Salvo da un possibile impianto di incenerimento, ma la tavola della Regione conferma l’aria “da risanare” in città.
Quella dei termovalorizzatori per bruciare i rifiuti non è certo una strada nuova per la Regione Campania. Negli scorsi anni anche nel Sannio ci sono state proposte, osteggiate però dai cittadini, legate per lo più alla creazione di impianti per bruciare biomasse.
Dopo il tempo della buche, forse sta scoccando per il Sannio anche l’ora del fuoco?
Erika Farese