Cittadini
Per Daniela Basile l’8 marzo è la giornata delle battaglie per i diritti universali negati

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Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di Daniela Basile che sulla Festa della donna scrive:
“8 marzo: giornata internazionale dei diritti della donna, istituita oltre un secolo fa per ricordare le lotte che tante donne hanno intrapreso, a volte a discapito delle proprie vite, per difendere i propri diritti e per conquistare pari dignità in un mondo fortemente discriminatorio.
A distanza di oltre un secolo, questa giornata ha perso il suo valore intrinseco e si è trasformata in un involucro speculare e consumistico in cui il significato fondamentale è stato soppiantato da innumerevoli stereotipi ed etichette che hanno contribuito a danneggiare il senso e l’immagine della donna stessa. Mimose, cene solo femminili, spogliarelli maschili, auguri affettati, premi alle donne dell’ anno costituiscono una prassi, un luogo comune che minimizza la ricorrenza e la trasforma in un grosso contenitore vuoto. Non è una minigonna o una serata fuori dalle righe che rendono una donna libera da discriminazioni ma la prassi, le lotte quotidiane che si intraprendono 365 giorni su 365 sono la differenza, quell’input costante che fa sì che i diritti universali siano riconosciuti. L’8 marzo dovrebbe avere una nuova connotazione soprattutto oggi.
Mi chiedo pertanto – prosegue la Basile – cosa ci sia da festeggiare e se non sia giunto il momento di trasformare questa giornata nel giorno della vergogna dei diritti universali negati. Usiamo quindi questa giornata commemorativa
per denunciare la veridicità delle cose e ricordare quanti nonostante le avversità si battono per riconquistare quanto scritto da secoli su carta".