CRONACA
Ritrovamento di un cadavere nel fiume Calore: dopo un anno la Polizia diffonde un identikit

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A distanza di quasi un anno dal ritrovamento del cadavere di un uomo nelle acque del fiume Calore, in contrada Scafa, alla periferia di Benevento, la Polizia di Stato ha rilasciato un identikit ricostruttivo del volto della vittima, nella speranza di arrivare finalmente alla sua identificazione.
Il ritrovamento risale al 4 ottobre 2024, quando un pescatore notò il corpo senza vita dell’uomo, trasportato dalla corrente e impigliato nella vegetazione lungo la via Vitulanese, nei pressi di un ponticello sul fiume. A localizzare con precisione il cadavere, distante circa 200 metri dal punto dell’avvistamento, fu successivamente un tecnico impegnato in rilevamenti in zona, grazie all’uso di un drone.
Sul posto intervennero tempestivamente gli agenti della Squadra Volante e della Polizia Scientifica, supportati dai vigili del fuoco e dal nucleo SAF, data la complessità delle operazioni di recupero in una zona particolarmente impervia. Al momento del ritrovamento, la vittima – un giovane presumibilmente di nazionalità straniera – indossava un paio di jeans neri e un giubbotto. Nessun documento fu rinvenuto, né vi furono elementi utili all’identificazione immediata.
Da allora, le indagini non si sono mai fermate. Nei mesi successivi, sono stati condotti esami antropometrici e somatici sul corpo, oltre all’analisi dei reperti fotografici raccolti durante l’esame autoptico. Considerato l’avanzato stato di decomposizione del cadavere al momento del recupero, è stato necessario ricorrere a tecnologie avanzate per la ricostruzione facciale post-mortem.
Grazie all’impiego di moderne applicazioni forensi, gli esperti sono riusciti a generare un’immagine che potrebbe rappresentare con buona approssimazione l’aspetto della vittima in vita. La Polizia sottolinea che si tratta di una ricostruzione indicativa, un supporto investigativo volto a riflettere i tratti principali del volto dell’uomo, e non di una riproduzione perfettamente fedele.
L’identikit è stato ora diffuso pubblicamente con l’auspicio che qualcuno possa riconoscerlo e fornire informazioni utili all’identificazione.
Le indagini restano aperte. Intanto, l’immagine del volto ricostruito verrà divulgata attraverso tutti i canali ufficiali e i media locali, nella speranza di ridare un nome – e forse giustizia – a un uomo rimasto fino ad oggi senza identità.