Cittadini
Emergenza neve, cronaca dall’isolamento: contrada Torre Alfieri

Ascolta la lettura dell'articolo
Cronaca di una giornata, sabato 4 febbraio, Cronaca dall’emergenza, si potrebbe dire. Scrive Vincenzo Izzo, a nome anche dei residenti in contrada Torre Alfieri. Una voce, tante voci che infrange, grazie ai media, il muro dell’isolamento.
“Contrada Torre Alfieri. Ore 7. Dopo aver trascorso un giorno bloccati nella neve e senza energia elettrica ci ritroviamo con la sorpresa che la notte ci ha regalato altri 20 cm di neve e il servizio elettrico non è stato ancora ripristinato. Dopo i primi momenti passati a giocare a palla di neve e dopo aver fatto la gara a chi ha fatto il pupazzo più bello, dobbiamo scontrarci con la cruda realtà… sono le 10 del mattino e ancora non è passato uno spalaneve. Scendiamo per la strada per sondare la situazione.
Si sente un rumore continuo di pale che, quasi a ritmo di musica, grattano l’asfalto delle stradine che dalla strada principale conducono alla propria abitazione. Tra le facce della gente c’è tanta delusione per essere trattati come cittadini da serie B. Qualcuno minaccia di non pagare più le bollette, qualcuno se la prende con i politici locali che hanno permesso l’allontanamento del servizio tecnico dell’Enel da Benevento, qualcuno dice che non andrà mai più a votare, qualcuno addirittura ci racconta di essere stato 2 ore e mezzo al telefono il giorno prima, per tentare di parlare con un operatore senza ricevere nessuna risposta. In compenso però ha ascoltato una dolce e “rilassante” musichetta di attesa. Ci sono persone che sono in ansia in quanto hanno familiari a letto e non sanno come andare in ospedale nel caso la situazione dovesse aggravarsi.
Mentre le prime “ronde” di vicini si raggruppano per cercare una soluzione al problema si sente da lontano un rumore di motore. E’ una vecchia Jeep che cammina sulla neve, ci passano davanti lanciando un sorriso di orgoglio con una bambina felice a bordo che ci saluta. Dopo pochi minuti torna indietro e annuncia che è caduta una grande quercia sulla strada, schiacciando anche un’automobile che era parcheggiata ai suoi piedi. Tutti corriamo verso il luogo dell’incidente per verificarne l’accaduto e troviamo altre persone che stanno spalando la neve e cercano di spiegarci la pericolosità degli alberi piantati sui cigli delle strade.
Ormai tutti hanno capito che c’è rimasto solo un mezzo di trasporto a disposizione: camminare a piedi. Si organizza un gruppo di circa 20 persone e, zaino sulle spalle e bastone, si parte a piedi verso il centro cittadino per andare ad acquistare i beni di prima necessità. Qualcuno bussa alla porta delle persone più anziane per sapere se hanno bisogno di qualcosa e prendono l’impegno di consegnarglielo al ritorno. Ore 14.30: si sente un rumore possente che arriva dalla città, tutti gridano che sta arrivando lo spalaneve, i bambini iniziano a saltare dalla gioia, qualcuno dice che se non era per il proprio coraggio lo spalaneve non sarebbe mai arrivato. Il grande mezzo si avvicina sempre di più a noi, qualcuno gli va incontro per dirigere i suoi movimenti e per coordinarne il lavoro. Dopo mezz’ora la strada è pulita. Tutti in auto e si corre verso i bricocenter per comprare qualche generatore di corrente per aiutarci a trascorrere la notte che sta per arrivare. Tornati a casa ci raggruppiamo tra vicini per assaporare la tradizionale “subretta con vino cuotto” e, tra una salsiccia arrostita e un cotechino, trascorriamo una bellissima serata, felici di aver riscoperto i valori del rispetto e dell’amicizia con il vicinato.
Ci salutiamo con l’augurio che l’energia elettrica possa tornare il più presto possibile e con la promessa di chiedere giustizia collettiva su quanto è accaduto”.