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‘Housing sociale? Benevento ha bisogno soprattutto di nuove case popolari’

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“Abbiamo appreso dalla stampa locale, che nel consiglio comunale del 28 dicembre, anche se a voti ridotti è stato di nuovo approvato il PUC e contemporaneamente anche un piano di nouve costruzioni denominato “housing sociale”. Su questo – scrive in una nota diffusa alla stampa il segretario provinciale del Sunia, Giuseppe Falzarano – avvertiamo l’esigenza di ribadire la nostra posizione sulle questioni abitative a Benevento”.
“I progetti del così detto ‘housing sociale’, come più volte abbiamo sottolineato, non sono altro che la realizzazione di nuovi alloggi, che poi verranno venduti a prezzo di mercato, per un facile arricchimento dei soliti pochi, che certamente, pur impegnando fondi pubblici non affronteranno il problema casa che vivono migliaia di famiglie e soprattutto le oltre 500 parcheggiate da anni in graduatoria comunale.
La nostra città non ha bisogno di ‘housing sociale’, bensì di nuove costruzioni di case popolari a canoni sociali, per dare risposte concrete alle tante famiglie della nostra città che da anni sono in attesa di ottenere un alloggio ERP.
Per questo secondo noi del SUNIA il primo passo che doveva fare il Consiglio Comunale guidato dal Sindaco Pepe era approvare il piano per la costruzione dei 32 alloggi popolari per sfrattati e dare il relativo permesso a costruire all’IACP, unica reale realtà che permette nell’immediato di affrontare e risolvere il problema casa a 32 famiglie con sfratto esecutivo.
Invece l’amministrazione ha intrapreso un’altra strada, quella della speculazione, facendo arricchire i soliti costruttori. Con questo comportamento scellerato rischiamo di perdere i già ridotti fondi statali, ormai tagliati a 4 milioni e 800 mila euro, per le tante inadempienze amministrative, rispetto ai 6 milioni e 500 mila euro stanziati inizialmente, che avrebbero permesso di costruire 60 alloggi dopo un ventennio di mancate costruzioni di case popolari.
Noi come SUNIA denunciamo ancora una volta il disinteresse verso il disagio abitativo da parte di questa classe politica cittadina, che pensa solo all’ “housing sociale, i cui canoni non saranno quelli speculativi che imperversano in città , ma, pur essendo rapportati ai parametri dei canoni concordati e superiori ai 400 euro mensili mediamente, non sono alla portata di famiglie monoreddito o addirittura prive di reddito e finirebbero con il lasciare i precari della casa nel disagio totale.
A questo punto ribadiamo che se si vuole affrontare realmente il problema casa nella nostra città e dare risposte serie ai tanti precari della casa, le cose da fare sono:
1. dare il permesso a costruire all’IACP per la realizzazione dei 32 alloggi popolari per sfrattati, per non perdere definitivamente i fondi già stanziati dal Governo;
2. porre mano alla ricerca di finanziamenti per realizzare almeno altri 100 alloggi a canone sociale, per dare una risposta almeno parziale alle altre famiglie parcheggiate nella graduatoria comunale, che da anni aspettano un tetto per la propria famiglia”.