POLITICA
‘E’ crollata la famiglia tradizionale’

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"Le notizie diffuse dagli organi di informazione che hanno evidenziato quanto si è verificato in questi giorni di festa, volutamente, spingono a ritornare, ancora una volta, su di un problema sociale che appare quale cartina di tornasole dei tempi in cui viviamo", scrive in una nota l’ex assessore comunale di Benevento, e medico, Giuseppe De Lorenzo.
"Episodi di droga ed alcool – prosegue – l’hanno fatta da padrone. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello verificatosi nella parte alta della città. E’ stato un crescendo che, con il trascorrere delle ore, mi ha fatto ritornare indietro di anni ed anni. Dopo una vita intera vissuta in ambiente psichiatrico, raramente, mi si creda, mi ero trovato, e con me i miei medici, a dover fronteggiare le inquietudini natalizie di tanti giovani.
L’occasione mi è gradita onde rivolgere un sentito e doveroso ringraziamento ai vigili urbani della città, nonchè ai militi del 113 per lo spirito di consolidata collaborazione offerta. Unico elemento, quest’ultimo, positivo fra le tante crude realtà.
Siamo ormai, è inutile negarlo, su di una strada senza ritorno qualora non si applichino pene severe che siano di monito per tanti. E’, infatti, impensabile che i giorni di Natale, i più belli dell’anno, il cui ricordo, per quelli della mia generazione, è serbato gelosamente nel polveroso magazzino della memoria, oggi, siano, impietosamente, divenuti giorni di scontri che mettono a rischio la propria e l’altrui inclumità.
Non vi può essere giustificazione alcuna, nè è ammissibile qualsiasi pietismo postumo. Il livello di guardia è da tempo superato. E ciò che appare più grave è il fatto che tanto spesso ci si trovi a constatare che nella spirale si incontrano, poichè coinvolti, anche giovani che, sino ad allora, apparivano, di certo, espressione di un sicuro garantismo.
Una immensa tristezza, poichè professionalmente coinvolto, ha accompagnato i miei giorni di festa. Ed un altro aspetto, di sicuro non secondario in questo tetro scenario, emerge nella sua drammaticità. Il comportamento dei familiari nel momento in cui vengono a conoscenza, talvolta casualmente, degli episodi disturbanti di cui si siano resi primi attori i propri figli. Tranne qualche episodio sporadico, non v’è che comprensione oltre misura, perdono senza riserve, pietismo assordante. Che squallore!
Lo sfascio della società odierna, non mi stanco mai di ripeterlo, è dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, all’aver voluto annullare, ad ogni costo, il ruolo della famiglia tradizionale. Ed ecco, allora, che, quest’ultima, da luogo di compensazione alle avversità accumulate all’esterno, sia divenuta lei stessa fonte inesauribile di frustazioni.
Tante volte, in silenzio, chiuso nel mio studio in ospedale, in queste ore, mi sono chiesto quale comportamento avrebbe assunto mio padre, negli anni lontani della giovinezza, qualora si sia trovato un simili situazioni. Non penso, nè immagino, ancora oggi, che sarei stato cacciato di casa. Di sicuro, però, non mi avrebbe carezzato…sì, non mi avrebbe carezzato…".