POLITICA
Viespoli, ‘il coraggio appartiene a pochi’

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“Ci risiamo!!! Ennesima puntata di accuse da parte del Sen. Viespoli, che si occupa delle elezioni amministrative della città di Benevento solo per sparger veleno senza mai dare spiegazioni di perché e come va cambiata la conduzione della città. Non si può spiegare altrimenti – scrive l’ex assessore alle Finanze del comune di Benevento, Luigi Boccalone – la scelta di ridurre ad argomentazione polemica da campagna elettorale delle questioni delicate che meriterebbero tutt’altra sede di discussione. In effetti non è la prima volta che il sen. Viespoli – a corto di idee ed argomentazioni, tira fuori pettegolezzi, improperi in danno di persone, o lo spauracchio del dissesto finanziario nel tentativo di accreditarsi politicamente. In prima persona o affidandosi ai ventriloqui di professione, indottrinati a bella posta per diffondere il verbo del capo.
Ma è paradossale che a fare da malaugurio siano proprio coloro, o colui, che durante il periodo di gestione governativa della città, si sono prodigati per compromettere i conti del comune, mostrando al tempo stesso incapacità e mancanza totale di senso delle istituzioni. E’ il caso di ricordare che il sen Viespoli, è stato prima consigliere di minoranza e poi sindaco di Benevento, per cui aveva l’obbligo di vigilare e dirigere i procedimenti politici e amministrativi della città. Perché solo ora ne parla. Dove era quando si discuteva di ciò: anzi no attaccava a muso duro Mastella ed il mastellismo. Chi, insieme al post comunista Nardone e al sempre democristiano Mastella, ha scelto di rappresentare la vecchia politica dovrebbe avere almeno il coraggio di farsi carico di tutto quello che il vecchio porta con sé. Ma si sa che il coraggio appartiene a pochi.
Ultime esternazioni del nostro ottimo Senatore le argomentazioni in merito a consulenze date. Ebbene il Sen. Viespoli dovrebbe tacere o porre interrogazioni in Senato, o a sé stesso, per capire come mai sono state sottoscritte consulenze in materia di rapporti con la stampa e in materia giuridica (con lauti compensi), in favore di amici presso il sottosegretariato che egli dirigeva. Sottolineo dirigeva: oggi quelle consulenze non avrebbero più ragione di esistere. Oggi più che mai sarebbe opportuno che egli riconosca il fallimento di una classe politica che intorno ad egli non è cresciuta. Sarebbe il caso di ricordare che quella classe politica, sconfitta nel 2006, da egli è stata posta nel dimenticatoio non dandogli la possibilità di rivendicare la candidatura a sindaco. Il moralizzatore si cosparga il capo di cenere e riconosca il suo fallimento nei confronti dei suoi adepti e della nostra collettività. Forse recupererebbe visibilità”.