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SANNIO

“Fine dell’Olivicoltura sanlupese senza il Parco Nazionale Matese”: l’allarme della Pro Olio

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“San Lupo fuori dal Parco Nazionale del Matese. Con la delibera n°30 del 27/11/2023 San Lupo rifiuta una possibile rinascita. In sostanza è stata programmata l’inesorabile fine dell’agricoltura. La delibera ha dato un calcio alla possibilità di invertire la rotta rispetto al graduale abbandono della produzione dei pregiati prodotti tipici (Olio EVO, Fagioli della regina di San Lupo), togliendo agli olivicoltori e più in generale agli agricoltori i pilastri per la promozione e rivalutazione delle produzioni locali”. A scriverlo in una nota è l’associazione ProOlio San Lupo Aps.

“Ha tracciato – aggiunge – la fine delle attività economiche collegate all’agricoltura, ai prodotti tipici e al territorio (b&b e possibili esercizi commerciali o di ristorazione compresi). Ha messo così un piede sull’acceleratore della decrescita demografica in larga parte legata alla scarsa remunerazione delle attività lavorative.

In questo momento storico in cui l’Europa sostiene, anche economicamente, l’innalzamento al 30% delle superfici da salvaguardare San Lupo decide di non far parte di quei territori. Quale la logica di tutto questo?

Ebbene, nessuna programmazione comunale o extracomunale potrà prevedere per San Lupo una stazione ferroviaria, un casello autostradale, un pur piccolo aeroporto così da attrarre gente e tenere in vita i comparti classici dell’economia paesana.

Inoltre la programmazione sanlupese certamente non potrà prevedere l’arrivo di grossi investimenti pubblici o privati per stabilimenti industriali solidi. Insomma a San Lupo non arriveranno mai Bayer, Fiat, Tesla, Google o altri.

Molto più verosimilmente con la delibera n°30 del 27/11/2023 San Lupo avendo rifiutato di essere un territorio di pregio indirettamente si rende disponibile a soddisfare altre “moderne esigenze umane” come quelle di trovare luoghi da destinare a discariche, ad impianti industriali da F.E.R. (come già dimostrano le enormi macchine rotanti che coronano il paese), ma anche a possibili prospezioni minerarie/estrattive o altro ancora.

E’ difficile da credere – conclude l’associazione – ma San Lupo non vuole recidere il cordone con le politiche fallimentari degli ultimi decenni. San Lupo ha scelto di stare dalla parte meno nobile delle programmazioni nazionali e comunitarie, ha scelto di esporsi ad ulteriori e maggiori speculazioni”.

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