CULTURA
Ognissanti, la tradizione dal Sannio: lume acceso e cibo per aiutare i defunti a trovare la strada di casa

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Anche i beneventani hanno una loro tradizione per la notte d’Ognissanti, come ci racconta il gruppo facebook ‘Benevento c’era una volta’.
Gli anziani raccontano che la credenza popolare voleva che in questa notte ci fosse una processione di defunti, che partiva dai vari cimiteri e raggiungeva la città, dove poi le anime potevano visitare le abitazioni dei loro cari.
Per dare loro il benvenuto, ma anche per illuminare il loro cammino e far trovare la strada di casa, al calare della sera sulle finestre delle abitazioni si accendevano dei ceri e all’interno di un piatto o un vassoio, si lasciavano alcuni cibi semplici come fette di pane, castagne lessate o qualche frutto aperto. Non doveva mancare mai il mezzo bicchiere di vino rosso. Qualcuno lasciava un bicchierino di Liquore Strega o oggetti cari al defunto.
Una delle particolarità era quella di rigirare sul bordo del tavolo un angolo del “mesale”, la tovaglia, perché pare che i defunti, in questo modo, si sentissero maggiormente invitati ad avvicinarsi alla mensa e a cibarsi di quanto fosse su di essa.
Una tradizione che sopravvive ancora oggi in tante famiglie sannite, perché tramandate di padre in figlio. Un’usanza che riporta all’antica Roma, dove si pensava che i morti si sarebbero ripresentati per mangiare con i vivi. Una tradizione collegata al rito del “consuolo”, pranzo abbondante di consolazione che si somministrava ai familiari del defunto subito dopo i funerali. Il cibo lega le persone tra loro e le persone alla Vita.