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Ambulanze senza medico, il Tribunale dei diritti del malato deposita presso l’ASL richiesta di accesso agli atti

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“Luglio, Ginestra degli Schiavoni. Un’ambulanza arriva senza medico e il medico successivamente arriva con un ritardo intollerabile. Epilogo drammatico: l’infortunato non arriva vivo al pronto soccorso. Un caso di decesso. Agosto, Castelfranco in Miscano. Ciclista cade rovinosamente. Sul luogo dell’incidente arriva l’ambulanza demedicalizzata di Ginestra degli Schiavoni, dopo circa 45 minuti dalla chiamata in centrale. Sul posto c’è già l’ambulanza demedicalizzata inviata dalla Centrale Operativa di Foggia che ha attivato anche l’elisoccorso con il medico a bordo, trattandosi di un codice rosso.

L’ambulanza con il medico a bordo inviata dalla centrale operativa di Benevento – scrive Nicola Boccalone, referente del Tribunale dei diritti del malato – impiega circa un’ora per arrivare da Benevento e il suo intervento si risolve in una passeggiata. Un inutile viaggio, tenuto conto che e’ l’ultimo mezzo di soccorso ad arrivare e il primo ad andarsene avendo trovato l’intervento già risolto dalla rete emergenziale di Foggia.

Sull’incidente in codice rosso, che ha coinvolto una sola persona, sono state mobilizzate due ambulanze demedicalizzate, un elicottero e l’ambulanza rianimativa di Benevento. Apparentemente può sembrare un intervento di grande efficienza se si considera il dispiegamento di una dozzina di operatori con ben quattro mezzi di soccorso, ma in realtà emerge in tutta evidenza la debolezza del sistema 118 della ASL di Benevento che sul codice rosso impiega un’ora per garantire la presenza del medico su pazienti ad elevato rischio di mortalità. Con buona pace della tempestività e della qualità degli interventi che si devono assicurare negli interventi di emergenza. Un dato è certo: il sistema emergenziale di Foggia ha funzionato.

Ferragosto, San Bartolomeo in Galdo. Altra tragedia. Muore durante i soccorsi. Ambulanza senza medico, l’infermiere e l’autista soccorritore, senza autorizzazione medica, non somministrano farmaci, attenendosi alle loro competenze. Il medico di centrale, per il paziente che non vede e non visita, non può valutare la sintomatologia e indicare la terapia salvavita.
Tempo prezioso non utilizzato nel migliore dei modi.

Ad aprile, questa Associazione aveva già sottolineato che il “sistema” emergenziale aveva riservato alla parte più fragile del territorio sannita, come il Fortore, minori quote di servizio.

I dati Agenas di maggio scorso – prosegue Boccalone – non avevano certo smentito che sul territorio non ci fossero servizi appropriati ed in aderenza alle disposizioni normative che regolano il funzionamento della rete emergenza/urgenza. Dallo scorso primo luglio, l’ASL ha demedicalizzato quattro ambulanze su dieci, attivando due automediche con procedura di esternalizzazione del servizio (deliberazione n. 353 del 22/06/2023). A tal proposito non sembra affatto superfluo sottolineare come la Legge 26 Maggio 2023, n. 56 di conversione del D.L. 30 marzo 2023, all’art.11 , abbia previsto che “Per l’anno 2023 le Aziende e gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, per affrontare la carenza di personale medico … e al fine di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni possono ricorrere, per il personale medico, alle prestazioni aggiuntive di cui all’art. 115”.

I fatti raccontati portano a chiedersi se l’implementazione del servizio, così come ora articolato, sia in armonia con il quadro delle regole, con un giusto equilibrio tra prestazioni aggiuntive da richiedere agli operatori del settore e possibili ipotesi di esternalizzazione del servizio. Sembrerebbe quanto mai opportuno verificare se gli atti che regolano il servizio siano attuati in linea con le deliberazioni ASL n. 236/2003, n. 45/2010, n. 13/2023.
È ancor più avvertita la necessità di cogliere l’essenza della decisa riarticolazione del servizio, allorquando si è appreso che le sigle sindacali avevano proclamato uno stato di agitazione poiché “in assenza di qualsiasi accordo circa la ‘demedicalizzazione’, il Responsabile della Centrale Operativa 118 ha inspiegabilmente eliminato la presenza del medico a bordo dell’ambulanza del presidio PSAUT di San Bartolomeo in Galdo nei giorni 5,7,14,19, 21,22, 26 giugno 2023 nonostante i turni fossero stati già regolarmente coperti con l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive”.

Di fronte allo scenario appreso, l’Associazione ritiene doveroso avviare una procedura di accesso agli atti affinché emergano con chiarezza l’insieme degli atti di riferimento dell’attuale sistema emergenziale. Lo spreco di risorse e i ritardi del soccorso medico sul codice rosso certificano il fallimento della sperimentazione che la ASL di Benevento ha avviato da qualche mese con la demedicalizzazione delle ambulanze del 118. Non vi alcun dubbio nel ritenere che la nuova organizzazione del 118 peggiora e rende inefficace il servizio territoriale di emergenza soprattutto nelle aree geograficamente disagiate.

Il rispetto dei LEA – conclude Boccalone – deve essere garanzia assoluta e saldamente ancorata ad un sistema che deve mettere in pari tutte le comunità del territorio. Equiparare non solo i tempi di intervento di un’area montana con quelli di un’area non periferica con anche la qualità della prestazione deve rappresentare l’obiettivo di un’Azienda di territorio”.

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