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POLITICA

‘Perché tanta acredine contro Orlacchio? Una risposta non c’è…’

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“Ho ritenuto giusto ed opportuno attendere alcuni giorni prima di intervenire in merito alla vicenda che, d’improvviso, ha portato alla defenestrazione di Antonio Orlacchio dalla funzione, tra l’altro ricoperta per anni, di segretario generale presso l’ente comune di Benevento”, scrive in avvio di una nota diffusa alla stampa l’ex assessore comunale Giuseppe De Lorenzo.

 

“Epperò, – prosegue – mi sia concesso, è apparso invero strano l’assordante silenzio generale che ha, sin dall’inizio, accompagnato l’intera vicenda, anche da parte di quei politici inclini ad intervenire. Sempre ed in ogni circostanza. Nello specifico, per Antonio Orlacchio, alcuno ha fatto una piega, neanche un plissè.

 

Nel corso degli anni, in verità non pochi, in cui sono stato amministratore presso il Comune di Benevento, Antonio Orlacchio, segnatamente nelle decisioni difficili, costituiva per tutti, Sindaco in primis, un punto di riferimento insostituibile ed a lui è stato chiesto non poco. E pure la sinergia che legava gli addetti alla segreteria era encomiabile. Anche questo è un elemento da non sottovalutare, usi come siamo ad assistere a continue lotte interne nei luoghi di lavoro. E con Antonio Orlacchio, le tre dipendenti, le tre nostre donne così come, all’epoca, io ero uso chiamarle, cui, sino alla morte, si aggiungeva la limpida figura di Antonio Colorato, sempre disponibile e pronto a dare, qualora se ne ravvisasse la necessità, il suo contributo.

 

Sarebbe giusto, se non doveroso, che la comunità venisse edotta delle motivazioni che, con un colpo di spugna, hanno portato a perdere la fiducia in Antonio Orlacchio, ponendolo alla porta, quasi alla soglia della pensione. Perchè, mi sia concesso, appare invero assurdo che, in tanti anni di completo e disinvlto lassismo, solo nei confronti di Antonio Orlacchio sia stata messa in atto, con certosina fermezza, una scossa sì forte. La vita odierna è fatta, è intessuta, è cosparsa di queste esperienze che, purtroppo, rappresentano la normalità, quella normalità che, in ogni caso, rimane condizione di sopravvivenza.

 

E, torno a chiedermi, cosa abbia generato tanto acredine, ma, per quanti sforzi faccia, non riesco a darmi una risposta convincente. Probabilmente, perchè una risposta non c’è. In un mondo che, in uno spietato ritmo di lavoro e di consumismo, considera situazioni del genere marginali, senza importanza, si resta disarmati e sconcertati.

 

Una città funzionale e moderna è quella in cui si riduca il più possibile l’area di intervento del diritto penale e civile nella pubblica amministrazione. La carta bollata deve essere riservata e limitata ai casi di palese corruzione.

 

Ad Antonio Orlacchio sono stato legato, così anche al suo staff, anche se, con amarezza, nel momento in cui assunsi la saggia decisione, mai rinnegata, di andare via, anche il loro silenzio si unì a quello degli altri. Da parte mia, tuttavia, sono uso a non dimenticare le persone cui, nel bene e nel male, sono stato per anni legato. Forse, oggi, Antonio Orlacchio sta comprendendo le reali motivazioni del mio dissentire. Il tempo, ancora una volta, è stato galantuomo.

 

Ed anche se il magistrato del lavoro abbia emesso la sua decisione in nome del popolo sovrano, di quel popolo sovrano che, malgrado tutto, è composto anche da persone perbene, l’amministrazione comunale non si è fermata neanche valutando che la sentenza del giudice Chiariotti rappresenti uno schiaffo in volto, un pugno nello stomaco, un calcio ben assestato negli stinchi nei confronti di quanti intendono il territorio quale feudo privato.

 

Eppure, la decisione del magistrato che dichiara, a quanto è dato sapere, illegittimo il provvedimento adottato nei confronti di Antonio Orlacchio, costituisce sì una vittoria, ma, nel pratico, allo stato, rimane un’illusione in quanto gli organi comunali di questa sentenza non hanno voluto sentire parlare facendo, da subito, ricorso al collegio dei tre magistrati del lavoro. Un vero e proprio stillicidio da qualsiasi angolazione venga osservato.

 

Ad Antonio Orlacchio, con la speranza che il civico consesso spieghi alla città le motivazioni di tale agire, personalmente, esprimo il mio augurio ricordando i giorni indimenticabili vissuti insieme”.

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